Piero Gattoni è stato confermato alla presidenza del Cib, Consorzio italiano biogas, per il triennio 2014-17 dal Consiglio di amministrazione. Imprenditore agricolo di Lodi, 41 anni, laurea in economia alla Cattolica di Milano, Gattoni ricopre la presidenza del consorzio dal 2011 ed è anche vice presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. Alla vice presidenza è stato confermato Angelo Baronchelli, presidente e fondatore del Gruppo Ab di Orzinuovi, una delle realtà industriali più importanti nei settori della cogenerazione e della valorizzazione energetica di fonti rinnovabili.

L’asse portante del nuovo mandato continuerà a essere la promozione del "Biogas fatto bene”, manifesto che sostiene la produzione di biogas in agricoltura come integrazione al ciclo dell’azienda agricola. Senza competere con le colture alimentari, il biogas valorizza dal punto di vista ambientale il trattamento dei liquami di allevamento e degli scarti vegetali, garantendo energia elettrica rinnovabile, fertilizzanti naturali e in prospettiva, dopo il via libera governativo di dicembre, anche il biometano, in grado di rendere il Paese meno dipendente dalle importazioni di energia da fonti fossili. "Il biogas agricolo – commenta il presidente Gattoni – è un settore molto giovane nel campo delle rinnovabili, proprio per questo ha ancora ampi margini di sviluppo e innovazione. Consolidare uno dei pochi settori che ha sviluppato una crescita di investimenti e occupazione, portando anche benefici ambientali, è il nostro obiettivo strategico ed è anche l’orgoglio di un gruppo di imprese che investe e che crede nell’Italia".

Il Cib rappresenta la filiera italiana del biogas in agricoltura e riunisce attualmente 535 soci: 434 imprese agricole, aziende o società industriali fornitrici di impianti e tecnologie, enti, associazioni e istituzioni che contribuiscono al raggiungimento degli scopi sociali. Oggi in Italia esistono circa 1200 impianti a biogas agricolo per una potenza installata di circa 1000 megawatt elettrici. Al primo posto la Lombardia, in cui si concentra il 35% degli impianti, seguita da Emilia Romagna (15%), Veneto (15%) e Piemonte (10%).