La legge n.1096 del 1971 che recepisce la relativa direttiva comunitaria, ha introdotto in Italia (come nel resto d'Europa) un Registro nazionale delle varietà orticole che raccoglie tutte le varietà che possono essere commercializzate nel paese. Ogni nuova varietà, previa analisi degli organismi competenti, deve essere iscritta in questo registro e deve avere un responsabile del suo mantenimento in purezza.
Le varietà di 'pubblico dominio', selezionate nel tempo dagli agricoltori e dalle aziende sementiere, definite come notoriamente conosciute alla data del primo luglio 1970 e per questo motivo note come 'varietà Ante-70', sono regolarmente inserite in detto registro e presentano uno o più responsabili del rispettivo mantenimento in purezza. Ma le cose non sono andate sempre così.
All'apertura del Registro nazionale agli inizi degli anni '70, queste varietà furono iscritte d'ufficio dal ministero senza l'indicazione di un responsabile del rispettivo mantenimento in purezza. Su richiesta dello stesso ministero, l'Associazione italiana sementi (Ais, oggi Assosementi) predispose 934 schede descrittive di altrettante varietà Ante '70, selezionate per le caratteristiche peculiari e per l'importanza agronomica e commerciale.
Successivamente, nel 1991 il ministero, recependo una disposizione comunitaria, stabilì che per procedere al rinnovo decennale dell'iscrizione fosse necessario reperire per ciascuna varietà Ante '70 almeno un responsabile del mantenimento in purezza. Ne scaturì un programma di caratterizzazione varietale, molto complesso, che vide coinvolti il ministero dell'Agricoltura, l'Ais e l'Ense (oggi Crea-Dc) che effettuò le prove descrittive per la verifica delle caratteristiche varietali.
Il lavoro durò alcuni anni e alla fine il risultato fu che per 354 varietà fu rinnovata l'iscrizione nel registro con uno o più responsabili del mantenimento in purezza, mentre le restanti varietà vennero cancellate in quanto non più rispondenti alle previste caratteristiche varietali. Il lavoro portò inoltre a descrivere altre 34 nuove varietà che vennero iscritte d'ufficio nel registro. Si tratta di varietà che ancora oggi mantengono un interesse commerciale più o meno rilevante e che vengono coltivate per finalità hobbistiche o semi-professionali. Rappresentano comunque materiale di importanza strategica non solo come testimonianza delle tradizioni locali, ma anche come patrimonio genetico estremamente utile per futuri utilizzi, un serbatoio di biodiversità.
L'interesse commerciale per tali varietà va comunque restringendosi di anno in anno ed il rischio che si sta correndo è che per gli attuali responsabili del mantenimento in purezza diventi antieconomico assicurare la rispettiva selezione conservatrice determinando la rinuncia all'incarico di mantenitore e quindi la cancellazione del materiale dal registro.
Per questo motivo Assosementi ha lanciato il Progetto salvaguardia delle varietà Ante '70, che ha come obiettivo proprio la salvaguardia delle varietà di pubblico dominio attraverso la realizzazione di un programma congiunto che garantisce il loro mantenimento in purezza assicurando la rispettiva iscrizione nel registro e quindi la disponibilità di tali prodotti da parte di tutti gli operatori interessati.
Il progetto, della durata pluriennale, è diventato operativo nel 2016 e si fa carico di tutelare tutte le varietà Ante '70 che rischiano di essere cancellate dal registro e, conseguentemente, di essere eliminate dal commercio. Oltre ad Assosementi ed alle ditte sementiere associate, il progetto vede coinvolti enti terzi come il Crpv ed ha avuto il patrocinio del Mipaaft.
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Fonte: Agronotizie