Il grande lavoro di programmazione delle superfici che saranno destinate alla coltivazione del pomodoro e gli sforzi finora compiuti dalle Op per ridurre gli investimenti produttivi non ci consentono di valutare proposte contrattuali che non perseguano obiettivi di una giusta remunerazione del prodotto.
Le condizioni proposte sui vari tavoli di trattative non permettono, al momento, alle Op di poter sottoscrivere accordi che devono avere come principale obiettivo la salvaguardia degli interessi dei propri associati. Saranno pertanto necessari ulteriori incontri con la parte industriale affinché tali obiettivi siano condivisi con sufficiente chiarezza.
La conclusione di qualsiasi accordo e/o contratto non può prescindere da tali aspetti, è questa la posizione dell’Unione nazionale Italia Ortofrutta che nella precedente campagna ha impegnato, su tutto il territorio nazionale, tramite le Organizzazioni associate, oltre 28mila ha per circa 25.000.000 di quintali di pomodoro da avviare alle industrie di trasformazione.