La fragola italiana sta attraversando un momento di difficoltà a causa di diverse problematiche: evoluzione del mercato, andamenti stagionali anomali, elevati costi di produzione, aziende poco competitive e un panorama varietale non all'altezza delle richieste del mercato.
"L'Italia è stata per anni leader mondiale nella produzione vivaistica di piante di fragole - spiega Vittorio Cavezzali direttore di Coviro - e nella produzione fragolicola, ma oggi sta attraversando un momento di crisi. Diverse sono le cause che hanno portato a questa situazione, ma tra queste sicuramente possiamo citare un panorama varietale non adeguato alle esigenze del mercato e dei consumatori, con caratteristiche organolettiche che non rispettano i parametri attualmente necessari. Da diversi anni gli addetti ai lavori consigliavano di puntare su cultivar d'elevata qualità, ed oggi questa strada è diventata realtà se non una vera necessità".
"E' fondamentale infatti per un'azienda competitiva - continua Cavezzali - scegliere varietà che abbiano elevate qualità organolettiche (brix e aroma elevati), lunga shelf-life, elevata consistenza della polpa, un bel colore rosso che non cambi durante la maturazione. Queste caratteristiche sono necessarie in quanto i consumatori richiedono prodotti con questi requisiti, anche pagandoli di più. E' evidente che da un punto di vista produttivo il rischio è quello di avere un calo nelle quantità prodotte per poter avere frutti di qualità, ma è un percorso necessario se non si vuole rimanere al palo rispetto ad altri mercati e ad altre nazioni".
Cultivar rifiorenti, interessante prospettiva
"E' necessario rinnovare le tecniche colturali ed agronomiche - prosegue Cavezzali - per rendere migliore la gestione e l'organizzazione dell'azienda allo scopo di ridurre i costi di produzione e ridurre la forbice tra costi e ricavi. Da sempre la nostra fragolicoltura si è concentrata sulle varietà unifere limitando la coltivazione delle rifiorenti in areali molto limitati e ben caratteristici come il Piemonte (provincia di Cuneo). In realtà da diversi anni altri Paesi hanno sviluppato e commercializzato interessanti varietà capaci di rifiorire con continuità dalla primavera all'autunno e di produrre dalla prima decade di giugno fino all'ultima decade di ottobre-inizio novembre".
Tra le varietà più tradizionali e già diffuse ci sono Diamante, Irma, Regina delle valli e Albion. Spiccano anche tre nuovissime varietà ottenute dall'Università di Davis in California che stanno riscuotendo un elevato interesse non solo negli ambienti d'origine ma in diversi areali fragolicoli: Monterey, Portola e San Andreas.
Proprio per cercare di rimanere al passo con i tempi il Coviro collabora con diversi enti e istituzioni scientifiche (nazionali e internazionali) per valutare le caratteristiche agronomiche e commerciali di nuove varietà al fine di fornire ai propri agricoltori le ultime novità.
Monterey: (Brevetto UE 20081506 detentore: Eurosemillas S.A. e costitutore: Università di Davis, California). La pianta è di vigoria elevata, resistente ai patogeni del terreno (Verticillium dahliae, Phytophthora cactorum) e suscettibile ad oidio. I frutti sono di grossa pezzatura, di forma conica, molto regolare, di colore rosso intenso, molto brillante. La polpa è di colore rosso, molto consistente con superficie resistente e di elevate caratteristiche organolettiche, molto dolce. Adatta all’utilizzo sia di piante frigoconservate che fresche cime radicate.
Portola: (Brevetto UE 20081505 detentore: Eurosemillas S.A. e costitutore: Università di Davis, California). La pianta è di vigoria elevata, con un'eccezionale capacità di rifiorire che consente di raggiungere notevoli livelli produttivi. I frutti sono di grossa pezzatura, di forma conica, molto regolare, di colore rosso chiaro, molto brillante, anche durante il periodo estivo più caldo. La polpa è di colore rosso chiaro, di media consistenza, con superficie resistente e di medie caratteristiche qualitative. Nuova cultivar rifiorente interessante per la sua elevata produttività associata ad un frutto molto brillante anche dopo conservazione frigorifera. Si adatta bene alla piantagione primaverile utilizzando piante frigoconservate per produzioni nei mesi estivi ed autunnali. Si adatta bene alla coltura sia in suolo che fuori suolo sotto tunnel.
San Andreas: (Brevetto UE 20081504 detentore: Eurosemillas S.A. e costitutore: Università di Davis, California). La pianta presenta vigoria elevata, con una media capacità di rifiorire, più o meno simile ad Albion, con una produttività sempre molto costante durante tutto l’anno. La pianta è rustica con buona tolleranza alle malattie dell'apparato radicale. Il frutto è di grossa pezzatura, di forma conica, molto regolare, di un bel colore rosso, molto brillante. La polpa è di colore rosso chiaro, di buona consistenza, con superficie resistente e di elevate caratteristiche qualitative (sapore, aroma e dolcezza). Cultivar interessante per la sue elevate caratteristiche organolettiche con buona shelf-life. Si adatta all'utilizzo sia di piante frigoconservate, fresche che cime radicate in alveolo. Presenta un basso fabbisogno in freddo e in comparazione con le varietà a giorno corto presenta un'elevata precocità di maturazione con una produzione non elevata ma molto costante durante tutto l'anno permettendo al produttore di non avere problemi di manodopera durante la raccolta.
"E' evidente che la coltivazione di cultivar rifiorenti - dice Cavezzali - ha necessità di tecniche adeguate per poter dare i giusti risultati produttivi ed economici. Per questo motivo si stà continuando a monitorare l'andamento di queste nuove varietà.
In base a nostre esperienze eseguite in terreni ubicati nella pianura padana trapiantando prima dell'estate (aprile-maggio) ed eliminando i fiori che si vengono a manifestare subito dopo il trapianto si è in grado di ottenere un affrancamento adeguato delle piante nel terreno che permetteranno una produzione adeguata fino all'estate successiva (con la naturale pausa invernale).
Eventualmente queste piante possono essere lasciate in campo allo scopo di poter ottenere un secondo anno di produzione con fragole di minore pezzatura e con un anticipo produttivo di alcuni giorni rispetto alla naturale maturazione. Tali informazioni sono eseguite in funzione di sperimentazioni che sono ancora in corso e quindi soggette ad eventuali ulteriori conferme".
I numeri di Coviro per la fragola
La produzione del Coviro riguarda piante di fragola, zampe d'asparago, piante da frutto e portinnesti.
La produzione vivaistica è contenuta in gran parte in gran parte in Emilia-Romagna e, dal 2003, sono stati costituiti anche vivai in Spagna e Polonia al fine di soddisfare le esigenze dei propri clienti. Attualmente produciamo 17 milioni di piante di fragola per una superficie di circa 34 Ha (22 in Italia, 4 in Spagna e 8 in Polonia). In Italia (zona di Cervia-Ravenna) vengono prodotte principalmente piante frigoconservate per una produzione più tradizionale, mentre in Spagna e Polonia vengono prodotte piante fresche.
"Le piante prodotte - conclude Cavezzali - vengono poi vendute a diversi tipi di mercati che presentano caratteristiche differenti con un andamento che può variare da anno ad anno a seconda dell'andamento climatico e della situazione del mercato. Mediamente comunque vengono riservate per l'Italia circa 12 milioni di piante (75%) mentre per l'estero circa 5 milioni (25%). Tra i mercati esteri oltre alle tradizionali nazioni facente parte all'ex Jugoslavia (Slovenia, Croatia, Serbia, Montenegro) ci sono Spagna, Francia e Germania".