A far data da oggi, lunedì 23 marzo 2020 e con una finestra temporale che scade mercoledì 25 marzo prossimo per dare modo di completare le procedure di chiusura, le attività "non essenziali" (che non rientrano nell'elenco di 80 voci definito dal Governo), dovranno essere sospese. Le disposizioni hanno validità fino a venerdì 3 aprile.
Cosa succede nel mondo delle macchine agricole
Le nuove indicazioni oltre a confermare il proseguimento dell'attività della filiera alimentare e agricola, considerano attività essenziali la"fabbricazione di macchine per l'agricoltura e la silvicoltura (codice ATECO 28.3)" e, nella seconda stesura, anche le attività con codice ATECO 33 "Riparazione e manutenzione, installazione di macchine e apparecchiature".Fanno parte tra le altre del "gruppo ATECO 33" (Il codice ATECO è un identificativo numerico che ha lo scopo di individuare l'attività economica o professionale), la riparazione e manutenzione di trattori agricoli e la riparazione e manutenzione di altre macchine per l'agricoltura, la silvicoltura e la zootecnia. Viene quindi legittimata l'attività della rete di vendita, riparazione e assistenza delle macchine agricole.
"C'è un dubbio - spiega Gianni di Nardo, segretario Unacma - sulle attività di vendita. Cioè sembra che la nostra attività possa essere fatta solo all'ingrosso e quindi verso i possessori di partita Iva". Ad essere inserito nell'elenco contenuto nel decreto, infatti, è il solo codice ATECO 46.61 che identifica il "commercio all'ingrosso di macchinari, attrezzature, macchine, accessori e forniture agricole e utensili agricoli, inclusi i trattori".
Infine, se è specificata la prosecuzione dell'attività relativa alla "fabbricazione di motori, generatori, e trasformatori elettrici e apparecchiature per la distribuzione e il controllo dell'elettricità" (Codice ATECO 28.3), non è chiaro quale sia l'atteggiamento nei confronti della produzione e fornitura di altre parti correlate alla costruzione delle macchine agricole: banalmente pneumatici e componentistica per citarne qualcuna.
Le nuove indicazioni di Unacma
Alla luce del nuovo decreto, l'attività commerciale (all'ingrosso) della rete vendita di macchine agricole può dunque ripartire.Ai circa duecento soci Unacma - il totale considerando i soli concessionari legati direttamente ai brand di trattori e macchine agricole è quattrocento circa - che raggruppano il 75% del fatturato totale del comparto delle macchine agricole, l'associazione - chiarisce Di Nardo - comunica che "si può tornare ad un minimo di normalità nell'attività delle aziende pur raccomandando il rispetto assoluto di tutte le regole di protezione personale ma soprattutto di difesa sanitaria per i clienti che ci verranno a trovare".
Rimane quindi l'indicazione di limitare l'accesso ai clienti - uno per volta - da gestire su appuntamento, rispettare rigorosamente le prescrizioni igienico-sanitarie (utilizzare guanti, mascherine, mantenere la distanza di sicurezza ed eseguire la sanificazione degli ambienti), evitare dove possibile manutenzioni ed interventi a domicilio, se non per motivate urgenze.