Il crollo delle vendite di macchine e attrezzature sul mercato Italia sta avendo gravi conseguenze 'di sistema'.

Le vendite sono infatti 
scese ai minimi storici, con un numero di trattrici che a fine anno non supererà quota diciannovemila, contro un numero quasi doppio di macchine immatricolate in Francia o in Germania

Ad essere intaccatigli utili delle industrie meccaniche, la capacità produttiva dell'agricoltura nazionale e i distretti della meccanica agricola che ne escono indeboliti e minati dal rischio di delocalizzazione della produzione.

Questi i punti sui quali ha posto l'accento Massimo Goldoni, presidente di FederUnacoma, nel corso dell'audizione a Bruxelles dello scorso 25 settembre presso il Parlamento Europeo, alla presenza dei deputati italiani della nuova legislatura.

Coadiuvato dai membri del consiglio direttivo, rappresentanti delle otto associazioni di comparto in cui si articola la Federazione, Goldoni ha posto in risalto il ruolo di primo piano dell’industria italiana della meccanizzazione agricola, contrapponendo una situazione di contesto compromesso dalla drastica riduzione degli investimenti in macchine agricole  e dando spessore alle gravi preoccupazioni che nascono dal progressivo 'disarmo' delle imprese sul territorio nazionale.


Fase IV in frutteto e vigneto, tecnicamente infattibile
Ciò su cui il presidente FederUnacoma ha voluto insistere, è la possibilità di un drammatico peggioramento che potrebbe seguire all'applicazione delle norme comunitarie relative al controllo delle emissioni per i trattori da frutteto e vigneto, prodotti che caratterizzano fortemente l’industria nazionale.

L’applicazione dei dispositivi di post-trattamento dei gas combusti sui cosiddetti 'trattori stretti' utili all'adeguamento del livello dei valori di emissioni previsti dalla prossima fase IV, come spiegato dagli esponenti della Federazione dinnanzi a una qualificata rappresentanza di parlamentari, costituisce con l’attuale tecnologia disponibile un ostacolo insormontabile sotto il profilo tecnico.

La sola via percorribile sarebbe quella di snaturare completamente la tipologia dei trattori stretti, che non risponderebbero più alle specifiche esigenze delle colture vitivinicole e ortofrutticole.

Se non verranno presi provvedimenti da parte della Commissione, quanto meno per allungare i termini di applicazione che vedono una deadline al 2017 per la fase IV e, orientativamente, al 2020 per la fase V, una parte consistente dell'industria nazionale sarà inevitabilmente spinta fuori mercato.

"Diventa sempre più difficile tenere il passo con una legislazione comunitaria che appare sempre più esigente e frenetica - ha rilevato Goldoni -  Ciò è ancora più vero se si considera la mancanza in Italia di programmi di ricerca specifici per la meccanizzazione agricola.


Contraffazione, spina nel fianco
A ciò il presidente aggiunge la concorrenza sleale imputabile alla contraffazione attuata da numerose industrie appartenenti, in particolare, ai paesi emergenti che immettono nel mercato europeo mezzi privi dei requisiti richiesti dalle normative comunitarie.
L'attenzione alle istanze espresse da FederUnacoma, è stata unanime da parte dei parlamentari.


Italia protagonista europea
La 'squadra italiana' di deputati sarà impegnata a breve termine e nei mesi a venire in importanti sfide concrete: nelle prossime settimane sarà esaminato dalla Commissione il Dossier sulla fattibilità tecnica della fase IV per i trattori stretti, mentre, a partire da novembre, in Parlamento e in Consiglio, comincerà la prima lettura del Dossier sulla revisione della direttiva relativa al controllo delle emissioni gassose dei motori per le macchine mobili non-stradali denominata fase V.