È inammissibile che il ministero delle Politiche agricole pensi di disegnare le future linee di indirizzo per lo sviluppo rurale nel nostro Paese senza neppure sentire il parere dell’organismo che rappresenta le oltre diecimila imprese agromeccaniche italiane”. Così il numero uno di Confai, Leonardo Bolis, all’indomani dell’esclusione dal tavolo di concertazione con le principali associazioni del settore primario convocato dal ministro dell’Agricoltura, Nunzia De Girolamo.

A pochi giorni dall'accordo che ha sancito l’avvio di un percorso di integrazione tra Confai e Unima, le due associazioni di rappresentanza del contoterzismo agrario – osserva Bolis –, le imprese agromeccaniche vedono così ripagati i propri sforzi per collaborare a favore dell’innovazione e della crescita del settore. Si tratta indubbiamente di segnali assai poco incoraggianti per l’agricoltura del Paese, che dovrebbe essere invece chiamata dalle istituzioni ad unire le forze per recuperare competitività”.

La mancata convocazione del Coordinamento agromeccanici italiani al tavolo ministeriale sulla nuova politica agricola comune è per gli agromeccanici ancora più inspiegabile in quanto fa seguito ad un recente incontro di Confai proprio con il ministro De Girolamo, che aveva garantito alle rappresentanze degli agromeccanici un pieno coinvolgimento in fase di elaborazione delle prossime linee guida nazionali per lo sviluppo rurale. “Restiamo in attesa di spiegazioni e confidiamo che si tratti di una semplice, ancorché estremamente sgradevole, dimenticanza – conclude Bolis -. Sarebbe ben più grave qualora dietro la mancata convocazione si celasse la deliberata volontà di precludere l’accesso delle nostre imprese alle risorse comunitarie per lo sviluppo rurale. Se così fosse, inutile parlare di filiera trascurando anelli importanti”.