In vista della prossima definizione degli ambiti agricoli strategici da parte dell'amministrazione provinciale, Abia-Confai, l'Associazione bergamasca che riunisce imprese agricole e agromeccaniche, coglie l'occasione per fare il punto della situazione sul consumo di suolo in Bergamasca.

"In base alla Legge regionale n. 12 del 2005 rende noto Enzo Cattaneo, direttore di Abia – la Provincia è tenuta a identificare con un provvedimento di pianificazione generale quali terreni dovranno essere stabilmente dedicati alle differenti forme di coltivazione e quali potranno essere oggetto di trasformazione urbanistica. Nell'ottobre del 2011 è stata convocata la prima Conferenza di valutazione ambientale in vista dell'adeguamento del Piano territoriale di coordinamento provinciale: è stata la prima di una serie di consultazioni che dovrebbe portare alla definitiva individuazione degli ambiti destinati all'attività agricola di interesse strategico per la Bergamasca". Tale percorso amministrativo si concluderà con una delibera del Consiglio provinciale attesa entro la fine del 2012. 

"In bergamasca, a fronte di una superficie agricola utile di poco più di 70.000 ettari – afferma Leonardo Bolis, presidente di Abia e della confederazione nazionale Confai – l'ammontare complessivo della superficie a seminativo è attualmente pari a oltre 36.000 ettari, circa 2.500 ettari in meno rispetto a dieci anni fa". 

Su questi dati Abia ha da tempo avviato una seria riflessione. "Nella nostra provincia – continua Bolis – registriamo un'avvenuta diminuzione di circa 200 ettari di terreno agricolo all'anno, principalmente nelle aree di pianura, dove si concentrano le colture a seminativo. Un fenomeno che nella pianura lombarda è da considerare per certi versi 'fisiologico', ma che nondimeno pone la questione del consumo di suolo agricolo a disposizione dell'agricoltura professionale. Riteniamo pertanto che sia di fondamentale importanza arrivare in tempi brevi a una definizione di quelle parti del territorio che negli anni a venire dovranno mantenere la propria vocazione agricola".

A questo riguardo Abia esprime apprezzamento per l'operato della Provincia e per l'attenzione che l'ente sta dedicando ad una delle partite più cruciali per la tutela delle aree rurali.

Da Abia giunge infine una precisazione. "Ciò che più ci sta a cuore – afferma Bolis – è la salvaguardia dei terreni destinati all'agricoltura professionale. Nondimeno, la nostra associazione non assumerà atteggiamenti preconcetti rispetto a progetti di sviluppo infrastrutturale e produttivo significativi per la comunità bergamasca. Il nostro obiettivo è conservare il suolo agricolo, ma senza pregiudizi di carattere ideologico sul complessivo modello di sviluppo da applicare al territorio della provincia".