"I continui rincari del prezzo del greggio e dei suoi derivati impongono l'adozione da parte del Governo di provvedimenti urgenti e straordinari, a tutela della situazione già precaria di numerose imprese agromeccaniche e agricole". Leonardo Bolis, presidente di Confai, la Confederazione degli agromeccanici ed agricoltori italiani, chiede all'Esecutivo misure rapide ed efficaci per contenere l'ingente spesa dei carburanti che grava sul sistema agroalimentare.

"I contoterzisti sono i primi a subire gli effetti negativi di questa corsa del brent – rileva Bolis – in quanto vanno a gravare sui già scarni bilanci delle loro imprese - costrette, tra l'altro, a saldare le forniture di gasolio agricolo pressoché alla consegna. Né va dimenticato che, ormai, la quasi totalità delle operazioni riguardanti la preparazione del terreno, la semina e la raccolta sono gestite dagli agromeccanici".

Se da un lato è difficile quantificare l'incidenza del caro-gasolio sulla singola impresa di meccanizzazione agricola, Confai ritiene che, per il corrente anno, la forbice riguardante l'aumento del costo dei carburanti vada da 15mila a 50mila euro, con impennate anche superiori per le aziende che gestiscono filiere complesse di essiccazione, stoccaggio e prime lavorazioni di mais e cereali.

"Ci attendiamo un provvedimento responsabile dal Governo – conclude Bolis – come l'introduzione di un bonus sugli acquisti di gasolio agricolo o l'azzeramento dell'accisa per almeno i prossimi 12 mesi. Senza alcun aiuto concreto le imprese agromeccaniche dovranno aumentare le tariffe, che si ripercuoteranno inevitabilmente sui costi delle imprese agricole già critici. Le nostre imprese vorrebbero evitare di percorrere questa strada, consapevoli delle difficoltà economiche del settore ma se perdurerà questo stato di cose, saranno obbligate nuovamente ad aggiornare, in aumento, i listini delle lavorazioni per la loro sopravvivenza ormai necessaria a sostenere la produzione agricola nazionale".