Fin dall'inizio, la posizione di Confai è stata piuttosto fredda. Il Decreto incentivi, così come era stato congegnato dal ministero per lo Sviluppo economico, metteva ai margini del provvedimento le imprese di meccanizzazione agricola, di fatto i primi acquirenti nel segmento delle mietitrebbiatrici e dei trattori di grande potenza, cioè di macchine costose.

Ora, Confai ribadisce il concetto, alla luce anche dei primi risultati che emergono dal sistema di monitoraggio dell'utilizzo dei contributi. "Secondo quanto ci è stato comunicato, appena il 50% della scorta finanziaria di 20 milioni di euro è stata utilizzata – dice il presidente della Confederazione Agromeccanici, Leonardo BolisQuesto significa che il provvedimento non ha funzionato, considerato che si trattava di una cifra relativamente modesta e comunque insufficiente a rinnovare anche solo parzialmente il parco trattori circolanti in Italia".

"In concreto, crediamo che non si potranno apprezzare i risultati dell'operazione – commenta Sandro Cappellini, coordinatore nazionale di Confai – Certamente non nell'aspetto legato alla riduzione dell'inquinamento; forse, solo in piccola parte, si sarà migliorata la sicurezza sui luoghi di lavoro. Peccato, perché da anni era calato il silenzio sulla meccanizzazione agricola e non erano state adottate misure adeguate al suo rinnovamento. Questa volta, però, è stata persa un'occasione importante".

Resta aperta anche la questione legata al carburante agricolo. I rincari di queste ultime settimane stanno mettendo in seria difficoltà le imprese agromeccaniche, alla vigilia di quelle che sono fra le più importanti operazioni meccanizzate in campagna.

"Un aumento del gasolio in misura sensibile come è avvenuto in queste settimane, unitamente al fatto che le imprese agricole rimandano sistematicamente di mesi i pagamenti delle nostre prestazioni – dichiara Bolis – mette i contoterzisti fuori mercato e penalizza anche gli agricoltori, ai quali verrà applicato per i servizi un corrispettivo non suscettibile di sconti".

Le variazioni ai prezzi del carburante per l'agricoltura che si sono registrate recentemente, incideranno in futuro per diverse centinaia di migliaia di euro sul comparto, tenuto conto degli elevati consumi di alcune macchine agricole.

"Anche questa volta ci uniamo l'appello del presidente della Cia, Giuseppe Politi – conclude Bolis – È assolutamente necessario almeno defiscalizzare il gasolio agricolo, azzerando l'accisa. Sarebbe un segnale e comunque in contributo in grado di far ripartire la filiera".