Il 1° settembre a Benevento è stato presentato l'accordo di filiera sul grano duro tra la Coldiretti ed il Pastificio Rummo, alla presenza del vicepresidente nazionale dell'organizzazione agricola, Gennarino Masiello, e del presidente ed amministratore delegato, Cosimo Rummo.
 

L'accordo: si punta a tutto il grano del Sannio

L'intesa, nata oltre un anno fa, è stata presentata solo in questi giorni per sottolineare il successo di una sfida vinta sulla qualità del grano. In questa prima fase, infatti, sono state coinvolte 30 imprese agricole su varie zone della provincia di Benevento, che hanno prodotto 8mila quintali di grano di alta qualità, con tenore di proteine superiore al 15%, stoccati presso il Consorzio agroalimentare sannita Cecas di contrada Olivola, da cui sono partiti i primi tir verso il Pastificio Rummo, localizzato nell'area industriale di Ponte Valentino.

"Abbiamo sfatato definitivamente il mito che i grani esteri sono migliori - ha sottolineato il presidente Masiello - raccogliendo la sfida che ci ha lanciato Rummo. Abbiamo dimostrato, grazie alla consulenza tecnica del Consorzio agroalimentare Sannita, che sui nostri terreni si possono produrre grani che superano il 15% di proteine". La stessa percentuale assicurata in genere dal frumento duro Canadese di 1° qualità. Ed è la qualità per accedere ai premi di produzione, che vanno a sommarsi al prezzo minimo individuato dal contratto di filiera.

Masiello, dopo aver ricordato che i contratti di filiera sono "l'arma vincente del made in Italy, su cui Coldiretti ha costruito il progetto di Filiera Italia", è intervenuto sugli obiettivi dell'accordo: "La prospettiva dell'accordo con Rummo è estremamente interessante - ha spiegato Masiello - perché potrebbe interessare tutta la produzione cerealicola del Sannio, che ha radici millenarie".

Il pastificio Rummo attualmente ha bisogno di 100mila tonnellate di grano per produrre la pasta, che significa circa 20mila ettari coltivati con alte rese. Ma nel Sannio ci sono 16mila ettari coltivati a grano duro e 7mila a grano tenero.

"È evidente quanto questo accordo possa cambiare le sorti della cerealicoltura del territorio grazie a contratti quinquennali, con un ulteriore trasferimento di valore sulla qualità della pasta. Produrre cibo sano e identitario è la chiave per il successo del made in Italy". E la scommessa da vincere ora è proprio questa.
 

Produzione record in Nord America, ribassi in vista

I recenti ribassi del grano duro sui mercati italiani ripropongono l'attualità dei contratti di filiera, a tutela del reddito agrario dei cerealicoltori italiani. Un'esigenza che sarà ancora più sentita nei prossimi mesi: giungono dal Nord America le prime stime ufficiali sul raccolto 2020 di grano duro negli Usa ed in Canada, che dovrebbe attestarsi complessivamente ad oltre 8,6 milioni di tonnellate cubiche, un risultato da annali dell'agricoltura: si tratterebbe, ove tali stime venissero confermate, del quarto maggior raccolto del Nord America degli ultimi 30 anni. E gli effetti negativi sui prezzi - dopo il prologo dei vistosi cali della seconda metà di luglio - potrebbero presto farsi sentire anche sui prezzi della produzione nazionale, mentre stanno già interessando i listini proprio dei grani duri esteri.