Quante volte ce lo chiediamo e poi, nel dubbio, buttiamo via alimenti che ancora sarebbero buoni per esser consumati. Lo spreco di cibo in Italia arriva a superare le 10 milioni di tonnellate per un importo di 17 miliardi all'anno. Soldi e roba (buona) da mangiare che finiscono direttamente nel cestino. Ma ora arriva anche nel nostro paese, partendo da Milano, l'app 'Too good to go' che promette lotta serrata allo spreco alimentare che vuole rispondere sia a obiettivi ambientali che sociali.

Con oltre otto milioni di utenti in nove paesi europei - oltre alla Danimarca, dove è nata, ci sono anche Spagna, Francia, Svizzera, Germania, Regno Unito, Belgio, Olanda, Norvegia - questa applicazione consente a catene alimentari (tipo supermercati), ristoranti, bar e pasticcerie, hotel di recuperare e vendere online a prezzi ribassati (almeno del 30%) il cibo che non viene venduto; e che è ancora "troppo buono per essere buttato", come recita lo stesso nome dell'applicazione (disponibile sia su Apple store che su Google play).

Come funziona l'app? Ristoratori e commercianti iscritti all'applicazione possono mettere in vendita quelle che vengono definite delle 'magic box', contenenti una selezione a sorpresa di prodotti e piatti freschi rimasti invenduti a fine giornata, e che non possono essere rimessi in vendita il giorno successivo. Dall'altra parte dell'applicazione, i consumatori possono acquistare a prezzi bassi i pasti messi a disposizione. Dopo essersi geolocalizzati e aver trovato i locali che aderiscono alla piattaforma, si ordina, si paga e si va a ritirare il 'pacchetto' anti-spreco. In questo modo, oltre a un impegno concreto nella lotta agli sprechi, si tutela anche l'ambiente dal momento che ogni 'scatola magica' acquistata permette di tagliare le emissioni di poco più di due chilogrammi di CO2 (anidride carbonica). E per limitare l'uso di imballaggi, i clienti saranno incoraggiati a portare da casa i contenitori e i sacchetti.

Ad oggi sono state oltre 11 milioni le 'magic box' acquistate in Europa, cosa che ha permesso di evitare emissioni di CO2 per poco meno di 23 milioni di tonnellate. A livello globale ogni anno vengono gettate nella spazzatura 1,3 miliardi di tonnellate di cibo; considerando anche le risorse necessarie (acqua, terra, energia, lavoro delle persone) per produrre questo cibo buttato, gli sprechi alimentari sono il terzo più grande produttore di gas serra (lo spreco di cibo ha effetti dannosi sull'ambiente ed è responsabile dell'8% delle emissioni totali). Ma le stime sulle inefficienze del settore parlano di una quota di spreco di cibo che potrebbe arrivare a 1,2mila miliardi anno per il 2030.

In Italia si buttano via circa 10 milioni di tonnellate all'anno di cibo, 20 tonnellate per minuto, 317 chilogrammi al secondo. Uno spreco di soldi di 17 miliardi l'anno, più o meno 700 euro all'anno che ogni famiglia acquistando del cibo butta direttamente nella spazzatura.