Ma Coldiretti Brindisi illustra la inadeguatezza della procedura e del Fondo di solidarietà per casi come questo, a fronte dei danni elevati realmente provocati nel complesso alla aziende agricole.
La misura di intervento riconosciuta con il decreto del Mipaaft è quella prevista nell’articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, e successive modifiche ed integrazioni, limitatamente alla risarcibilità dei danni a strutture agricole, riservato, nella provincia di Brindisi, alle aziende agricole colpite dalla tromba d’aria abbattutasi il 28 ottobre scorso sui comuni di Brindisi, Latiano, Mesagne e Torre Santa Susanna.
Ma in quella occasioni i danni furono ben più consistenti: "Sono stati oltre 5mila gli ulivi anche secolari strappati dal vento, sradicati o spaccati in due, strutture e muretti ridotti in pezzi, canali esondati e distrutti dalla violenza dell'acqua e del vento, serre e impianti fotovoltaici abbattuti, tendoni di uva da tavola e da vino demoliti, ortaggi in asfissia e marciti, animali nella migliore delle ipotesi scappati per le recinzioni divelte o morti a causa del crollo delle strutture e degli allagamenti. Il danno stimato ammonta a circa 20 milioni di euro", denuncia il presidente di Coldiretti Brindisi, Filippo De Miccolis.
"Da marzo a novembre del 2018 sono stati 11 i tornado e le trombe d'aria che si sono abbattuti sulla Puglia – segnala Coldiretti – a marzo a Lecce, ad aprile a Lequile, a giugno a Santo Spirito di Bari e a San Foca, a settembre a Salice Salentino, a novembre a Taurisano, Martina, Manduria e in provincia di Brindisi colpendo numerosi comuni e a Parabita, secondo i dati Eswd, l'anagrafe europea degli eventi meteo estremi come tornado, bombe d'acqua, trombe d'aria, tempeste di fulmini".
"Sono eventi estremi per cui il meccanismo della declaratoria di calamità naturale e del Fondo di solidarietà nazionale, così com'è strutturato, non funziona più", conclude il presidente De Miccolis.
L'assoluta mancanza di liquidità e le gravi situazioni debitorie che ne sono conseguite necessitano di interventi non riconducibili alle calamità "ordinarie"- denuncia Coldiretti Puglia - bensì a strumenti straordinari, considerato che ormai la tropicalizzazione del clima e il global warming espongono la Puglia sempre più frequentemente ad episodi calamitosi estremi.