C’è fiducia nella progressione della spesa dei piani di sviluppo rurale regionale per l’Italia.
Al 30 maggio la spesa del Psr italiano si attestava all’11,7% contro una media Ue a 28 intorno al 20%: un ritardo frutto di un 2016 andato molto a rilento. I dati dei primi mesi 2017, tuttavia, sono molto più incoraggianti. Nel 2016, infatti, il rendiconto delle spese in quota Feasr si è attestato sui 583 milioni di euro, mentre solo nel primo semestre 2017 l’ammontare di spese già effettuate è di 400 milioni.

Un trend sicuramente positivo, che denota una grande accelerazione del Psr italiano. Rete Rurale Nazionale, sull’analisi di questi dati, ha poi effettuato un’interessante proiezione della spesa al 31 dicembre 2018. Considerando come già spesa la quota di prefinanziamento erogata a ciascun Psr pari al 3% del budget totale (313 milioni di euro) e ipotizzando un andamento delle spesa mensile leggermente inferiore a quello del 2017, quindi circa 61 milioni di euro, la quota di pagamenti complessivi a fine 2018 potrebbe toccare i 2442 milioni di euro, ovvero 351 milioni di euro in più rispetto al livello fissato come obiettivo. Se così si dovesse verificare, nel giugno del prossimo anno ci potrebbe già essere il superamento della soglia di disimpegno.

Naturalmente persistono forti differenze fra regione e regione, con un aumento del rischio di disimpegno dei fondi specialmente per i programmi a più elevato budget di risorse. Per questo è auspicabile un’ulteriore accelerazione delle procedure al fine di mettersi in sicurezza dal rischio di disimpegno.