Premi comunitari bloccati
Secondo Coldiretti Sardegna la situazione è da troppo tempo insostenibile. Il comparto non è più in grado di reggere il ritardo dei pagamenti dei premi della Pac stimato in decine di milioni di euro. Sono tante e da diversi anni, infatti, le domande bloccate che non consentono l’arrivo in azienda dei premi comunitari ormai già messi in bilancio. "Occorre intervenire immediatamente e in modo deciso" chiede l'organizzazione agricola.
Ente pagatore sardo
Per dare delle risposte a questi infiniti ritardi Coldiretti Sardegna ha da tempo proposto l’istituzione dell’ente pagatore regionale. “Con un’Agea azzoppata dai tagli statali, che ne limitano l’operatività, la Regione Sardegna deve avere il coraggio e soprattutto la forza di ottenere l’ente pagatore regionale che snellirebbe le procedure e agevolerebbe la liquidazione delle pratiche in minor tempo" si sottolinea nel documento dell'organizzazione.
Refresh Agea
A causa delle anomalie riscontrate per il nuovo refresh Agea è stato congelato il pagamento di decine di milioni di euro di premi comunitari. Dal mese di novembre 2014 Coldiretti Sardegna ha sollevato pubblicamente il problema. “L’ultimo aggiornamento delle aereofotografie effettuato da Agea nel 2013 penalizza oltremodo la Sardegna – ricorda Coldiretti - e le zone interne in particolare, in quanto non rispecchia il nostro territorio caratterizzato da un’alta estensione della macchia mediterranea”, che viene classificata a bosco e non a pascolo, rendendo impossibile i pagamenti delle indennità compensative.
Una vertenza lunga per la quale si è dovuto aspettare un anno, prima che nell’ottobre 2015 fosse accolta la soluzione prospettata dalla Coldiretti: la riapertura dei termini per riesaminare le istanze delle domande del Psr e della Pac nelle quali sono state riscontrate delle anomalie a causa del refresh. Dopo oltre un anno però gli sportelli regionali, in cui dovevano essere riesaminate queste pratiche, non sono stati ancora attivati.
Psr Sardegna 2014-2020 ancora fermo
La Sardegna non è riuscita a spendere 26 milioni di euro (tra fondi comunitari, statali e regionali) del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 ed è al terzo posto nella lista nera delle Regioni italiane che hanno disimpegnato più fondi comunitari (dopo Sicilia e Campania).
"A un anno e mezzo dal via libera arrivato dall’Europa per il nuovo Psr 2014-2020, i bandi non sono aperti con tutte le conseguenze per le imprese agricole che hanno dovuto congelare i propri progetti, in primis i giovani, molti dei quali nel frattempo hanno perso i titoli - afferma Coldiretti Sardegna - Oltre a condannare la Sardegna alla restituzione, ancora una volta, di milioni di euro".
Su questi ritardi ha influito l’aver smontato e parcheggiato il Siar, il sistema informatico agricolo regionale, per il quale la Regione ha speso diversi milioni di euro.
"Un sistema messo da parte con troppa facilità e di cui oggi ne paghiamo le conseguenze con una situazione che va oltre il ridicolo - sottolinea Coldiretti Sardegna - ci ritroviamo con bandi prima annunciati e poi sospesi o forse revocati".
Grano, crisi senza fine
Tra 2015 e 2016 il prezzo del grano è crollato del 30 per cento, e negli ultimi 12 anni la superficie destinata alla coltivazione del grano in Sardegna è scesa del 60 per cento, perdendo 58.129 ettari. Ma il rischio è anche quello di perdere i restanti 40mila ettari “se non ci saranno misure immediate e forti in grado di difendere il grano sardo da questa crisi dovuta alla concorrenza sleale che arriva dall’estero" sottolinea Coldiretti Sardegna.
Credito, urge la ristrutturazione del debito
L’indebitamento dell’agricoltura sarda nei confronti delle banche è stimato in circa 800 milioni di euro. La provincia di Cagliari è il territorio con più debito incagliato ed in sofferenza d’Italia dopo la provincia di Latina, rappresentando oltre il 60% del dato regionale.
Coldiretti Sardegna propone un intervento sinergico tra la Regione, la Sfirs e le banche per individuare un percorso per la ristrutturazione e il riposizionamento dei debiti che consenta alle tantissime aziende agricole di scrollarsi dei pesi del passato derivanti spesso da azioni politiche poco attente. Un percorso che deve essere inclusivo anche del mondo cooperativistico che ha una forte esposizione.
Burocrazia ostacolo allo sviluppo
Secondo Coldiretti Sardegna “la burocrazia è il principale ostacolo allo sviluppo del settore agricolo, per questo non è più rinviabile la semplificazione e lo snellimento delle procedure. Ci sono tantissime domande del premio unico e del Psr bloccate proprio per cavilli e lungaggini burocratiche. Una situazione che va risolta in tempi brevissimi in quanto ricevendo in ritardo le provvidenze gli agricoltori sono spesso costretti ad ovviare al mancato introito aggravando la loro posizione debitoria”. Su tanto Coldiretti chiede anche la riforma degli enti agricoli sardi.
Acqua troppo cara
Coldiretti Sardegna infine attacca sul costo dell’acqua: “Incide moltissimo nei bilanci delle aziende essendo l’agricoltura il comparto che presenta un fabbisogno irriguo pari al 70% della disponibilità complessiva. Per questo è necessario, se si vuole una agricoltura competitiva, innanzitutto garantire quantità adeguate di acqua ed a costi sostenibili e certi, senza scaricare i debiti della mala politica attuata negli anni dai Consorzi di bonifica ai consorziati, come sta avvenendo in questi giorni a Oristano – sottolinea Coldiretti Sardegna, che propone - la Regione deve mettere in atto il piano di riorganizzazione delle strutture dei Consorzi di bonifica, che dovranno avere maggiore autonomia gestionale, essere liberati dalle ingerenze del mondo politico, ed ottenere un sostegno finanziario regionale finalizzato ad attenuare le ricadute dei costi di gestione sugli agricoltori”.
Epizoozie e fauna selvatica: troppi danni e poca prevenzione
Ultima nota: Coldiretti Sardegna chiede più prevenzione da parte della Sanità per le epizoozie, "troppe le emergenze verificatesi in Sardegna negli ultimi 20 anni" mentre chiede misure definitive per mettere fine ai danni inferti alle coltivazioni dalla fauna selvatica.