A pochi giorni dal Comitato di sorveglianza sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020 che ha coinvolto la Regione Campania e le parti sociali agricole per l'approvazione dei criteri di selezione dei progetti prende posizione Agrinsieme Campania che chiede la revisione dell’impostazione complessiva del Programma di sviluppo rurale.

Perché l’agricoltura di pianura, quella più competitivi e bisognosa di nuovi investimenti, rischia di rimanere tagliata fuori dai bandi, e perché i criteri di selezione sono stati decisi senza un momento di confronto con le organizzazioni, cosa per la quale si esprime rammarico. E c'è l'ulteriore rischio, per altro, che il nuovo programma vada ancora più facilmente incontro al disimpegno automatico del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale, proprio per l'esclusione preventiva delle imprese più forti.
 
Il cartello di sigle datoriali del mondo agricolo campano, che raggruppa il settore agroalimentare dell’Alleanza delle Cooperative Campania, Cia Campania, Confagricoltura Campania e Copagri Campania ha notato che nel Psr 2014-2020 c’è un grande assente: l’agricoltura di pianura, dove è forte la filiera dell’ortofrutta, che rischia sostanzialmente di rimanere tagliata fuori da quasi tutte le premialità dei criteri di selezione dei bandi, determinando una forte difficoltà per queste imprese ad attivare nuovi investimenti. Mentre tutte le premialità sono state concentrate sulle aree interne, favorendo le filiere olivicola, bovina da latte, ovina e i seminativi.
 
Le organizzazioni agricole sono comunque riuscite a portare a casa alcune modifiche, che almeno consentono ai progetti delle imprese ortofrutticole di pianura di arrivare a 40 punti, il minimo per non essere inserite nella graduatoria dei progetti inammissibili.
 
“Riteniamo indispensabile rivedere l’impostazione complessiva del Piano di sviluppo rurale, al di là delle modifiche apportate nella seduta del Comitato di sorveglianza, individuando quegli interventi destinati a stabilire con chiarezza una strategia complessiva di sviluppo agricolo della Campania per i prossimi anni" fa sapere Agrinsieme Campania, rappresentato da Alfonso Di Massa, che è il presidente di presidente di Fedagri Confcooperative Campania.
 
“La proposta sui criteri di selezione dei progetti non rispecchiava le aspettative, orientate verso lo sviluppo del comparto agricolo che non può prescindere dalla maggiore competitività sia produttiva che gestionale. Ci sono diverse difficoltà e tutte evidenziate a più riprese nell’ambito della discussione. Le linee di fondo del Programma inviato a Bruxelles non sono frutto di un dialogo a monte e questo ci rammarica" sottolinea Di Massa.
 
Per il portavoce di Agrinsieme Campania, “La scelta è di non voler sostenere quelle imprese che, operando in mercati fortemente competitivi, hanno bisogno di investimenti continui e di notevole entità. Inoltre, sono assenti criteri di premialità per ciò che riguarda l'incremento occupazionale. Dall’analisi dei parametri proposti riscontriamo la volontà di non valorizzare interi comparti che, anche in questi periodi di crisi diffusa, continuano ad offrire possibilità di lavoro ed incremento del Pil agricolo campano. Tutto questo con l’effetto di favorire la maggior competitività di altre aree nazionali ed estere che potranno godere di scelte di programmazione più indirizzate allo sviluppo competitivo ed occupazionale”.
 
Di Massa infine avverte: "Se alla chiusura della programmazione 2007-2013 si prevede di dover restituire a Bruxelles alcune decine di milioni di euro, con queste premesse sul nuovo programma il rischio di restituire molti più fondi, data la incapacità di partecipare a queste opportunità di imprese di maggior dimensioni e capacità di investimento, è particolarmente concreto”.