Su proposta dell'assessore dell'Agricoltura e riforma agropastorale, Elisabetta Falchi, la giunta della Regione autonoma della Sardegna, riunitasi il 20 ottobre scorso, ha dato il via libera alla costituzione del Comitato di sorveglianza sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020, che era stato approvato da Bruxelles lo scorso 19 agosto.
 
Il Comitato ha il compito di valutare l’attuazione del Psr Sardegna 2014 - 2020- che vale oltre un miliardo e 804 milioni di euro - e i progressi compiuti nel conseguimento dei suoi obiettivi. "Con l'istituzione del ventisettesimo Comitato di sorveglianza sul Psr - ha spiegato Falchi - abbiamo cercato di rappresentare al meglio i diversi spaccati della società coinvolti a vario titolo nell'applicazione della nuova programmazione agricola in Sardegna. Abbiamo cercato di dare voce a tutti nell'ottica di raccogliere ogni contributo utile alla miglior riuscita degli interventi nei prossimi sette anni”.

Il Comitato di sorveglianza è presieduto dall'assessore dell’Agricoltura o da un suo delegato ed è composto dall'Autorità di gestione, rappresentata dal direttore generale dell’assessorato dell’Agricoltura, dai direttori di servizio responsabili delle misure del Psr, dai direttori generali delle Agenzie regionali Argea, Laore e Agris, dalle Autorità di gestione del Po Fse Sardegna 2014-2020, del Po Fesr Sardegna 2014-2020 e del Po Cooperazione territoriale.
 
Vi è poi il responsabile regionale del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp) 2014-2020, l’Autorità ambientale regionale, un rappresentante dell’Agenzia regionale per l’Ambiente della Sardegna e un altro dell’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna. Fa parte del Comitato anche l’Autorità per i diritti e le pari opportunità, un rappresentante del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali e uno del ministero dell’Ambiente e tutela del territorio e del mare e un altro del ministero dell’Economia e finanze. Vi è ancora un rappresentante di Agea, cinque del Partenariato istituzionale (Unione delle province sarde, Anci Sardegna, Unione nazionale Comuni comunità enti montani, Unioncamere Sardegna e Gal) e tre indicati da Università, centri di ricerca e formazione.
 
Ben 39 componenti rappresentano il Partenariato economico e sociale. Si va dai quattro delegati delle organizzazioni agricole (Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri), ai cinque delle organizzazioni dei lavoratori agricoli (Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal). Sei rappresentanti vanno alla cooperazione agricola e agroalimentare e altrettanti alle organizzazioni industriali, artigianali e commerciali del settore. Un rappresentante sarà invece di Assoboschi e uno di Assoenologi. Uno e uno andranno anche alle Associazioni dei consumatori e alle Organizzazioni ambientaliste/Ong con competenze specifiche nel settore dei cambiamenti climatici. Infine quattro rappresentanti saranno dei Consorzi di tutela e altrettanti delle Organizzazioni dei produttori, mentre due andranno agli Ordini professionali, e uno alle Associazioni bancarie e consorzi fidi, uno alle Organizzazioni biologiche, uno ai Consorzi di bonifica e un altro ancora al Partenariato economico e sociale del terzo settore, e Ong che promuovono attività di antidiscriminazione a tutela dei diritti delle persone con disabilità.