Gianluca Carenzo, direttore generale del Parco tecnologico di Lodi, è il nuovo presidente, per un mandato triennale, dell'Associazione nazionale dei Parchi scientifici e tecnologici italiani, Apsti, di cui ne fanno parte 24 tra i maggiori parchi italiani, ovvero strutture dedicate a promuovere e a sostenere lo sviluppo economico attraverso l'attuazione concreta di progetti rivolta all'innovazione e alla ricerca.

AgroNotizie ha contattato telefonicamente Gianluca Carenzo per capire meglio queste realtà, con un focus particolare sull'innovazione in campo agricolo, promossa in particolare dal Parco tecnologico di Lodi, di cui lo stesso Carenzo è direttore generale.

L'Apsti rappresenta un gruppo di parchi scientifici e tecnologici molto variegati fra loro – commenta Carenzo – questo gruppo è multisettoriale, perché si va dall'innovazione in campo industriale fino a quello nel settore primario, per un totale di circa un migliaio di aziende rappresentate. Come Parco tecnologico di Lodi siamo specializzati nell'agrofood, e per il settore agricolo sviluppiamo diverse iniziative per lo sviluppo e l'innovazione nel settore”.

Un progetto in primo piano per noi è Demo Field – continua Carenzo – nell'ambito di Expo abbiamo allestito uno spazio utile per poter far rete con gli imprenditori agricoli, facendo così conoscere pratiche per una migliore gestione aziendale”.

L'iniziativa pone al centro dell'attenzione tematiche fondamentali come l'efficienza nell'uso dell'acqua e la gestione integrata delle colture, con due dimensioni; la prima è legata alla sicurezza alimentare e all'applicazione di innovazioni agro-tecniche nei diversi contesti, mentre la seconda è legata a tecniche avanzate di agricoltura di precisione e utilizzo di biostimolanti, oltre a protocolli produttivi che minimizzano i trattamenti con i fitofarmaci.

L'altra iniziativa importante è relativa alla zootecnia – continua Carenzo – anche qui abbiamo come obiettivo lo sviluppo di reti per una migliore gestione degli allevamenti, andando così a cogliere le innovazioni tecnologiche di questo settore”. L'Expo è stato un incredibile volano per questi progetti.

Con l'Esposizione universale è cresciuta fortemente l'attenzione verso questo settore – sottolinea Carenzo – ora dobbiamo saper organizzare molto bene il dopo Expo, raccogliendo tutte queste opportunità. In Italia come innovazione e ricerca in campo agricolo e agroalimentare è stato fatto tanto, ma ci sono ancora ampi spazi di manovra. Penso a tutta la questione della raccolta dati, all'implementazione di un migliore uso delle risorse, agli open data in agricoltura. Sono strade che dovremo percorrere”.

Interessanti le parole di Carenzo sulla questione dei big data. “La raccolta dati è un treno che l'Italia non può certamente perdere. Le imprese agricole più grandi dovranno guardare con grande attenzione a questa possibilità perché la gestione e l'utilizzo dei big data in agricoltura può essere davvero un'occasione”.

Infine il direttore Carenzo spiega il rapporto tra il Parco tecnologico di Lodi (Padano) e le aziende associate. “Lavoriamo con partnership molto forti e con importanti collaborazioni all'estero. Abbiamo chiuso da poco un accordo strategico con il Cile, per esempio. Avere una base importante su una rete consolidata di aziende per noi è fondamentale, e il coinvolgimento delle aziende nei nostri progetti è necessario per raggiungere gli obiettivi in termini di innovazione tecnologica in agricoltura”.