La coltivazione di piante e l'allevamento degli animali, insieme, producono valori economici e sociali importanti, accrescendo il benessere dei singoli e delle comunità.
E' questo “Cibo Civile”, il nuovo progetto di ricerca del dipartimento di Scienze veterinarie dell'Università di Pisa con la Coldiretti Torino, presentato a fine maggio a Expo 2015. Nel corso di un triennio, in Piemonte, l'iniziativa ha consolidato una rete di 38 imprese agricole, 15 cooperative sociali, comuni e consorzi pubblici dei servizi, Gruppi di azione locale.
“In questi tre anni – ha sottolineato Francesco di Iacovo, dell'Università di Pisa – senza alcun finanziamento pubblico diretto, sono stati creati 36 posti di lavoro per persone a bassa contrattualità, nuovi servizi per circa 200 persone ogni anno, un volume economico di attività di 3 milioni di euro ogni anno nelle aziende agricole e un risparmio pubblico di circa 7 milioni di euro per i posti di lavoro creati, fornendo così soluzioni alla crisi economica e del welfare pubblico e infrastrutture vitali utili alle popolazioni locali”.
“Le nostre imprese guardano con molta attenzione al tema del "Cibo Civile" – ha commentato poi Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino – perchè riescono a recuperare partecipazione alle esigenze della comunità e quella reputazione e visibilità che i mercati concorrenziali hanno finito per oscurare”.
In questa prospettiva la diffusione del cibo civile sul territorio nazionale, così come a livello internazionale, può rappresentare una risposta concreta ai bisogni che le varie comunità incontrano in questo periodo storico. Le imprese che realizzano il progetto e quelle che ne assicurano la commercializzazione attraverso forme di filiera corta offrono opportunità inclusive, sia a livello sociale che dal punto di vista lavorativo, portando in seguito a tavola prodotti del territorio e offrendo servizi innovativi e solidali.
10 giugno 2015 Economia e politica