I prezzi agricoli registrano a ottobre una crescita mensile del 2,7%, mentre resta negativa la variazione su base annua (-3,9% rispetto a ottobre 2013). È quanto rileva l’Ismea sulla base dell’indice dei prezzi agricoli all’origine, che nel mese scorso si è portato a 114,3 (base 2010=100).

La dinamica mensile segnala ulteriori rincari per oli di oliva (+2,1%) e vini (+1,5%). Prezzi in aumento, rispetto a settembre, anche per gli ortofrutticoli, con l’ingresso sui mercati di molte varietà stagionali, mentre il meno 0,3% dei cereali riflette andamenti di segno opposto: il più 9,5% mensile del grano duro è stato infatti compensato da riduzioni del 7% del mais, dello 0,9% del frumento tenero e del 10,9% del risone. Stabili i prezzi delle coltivazioni industriali, con quotazioni stazionarie per la soia.

Nel comparto zootecnico ottobre conferma la dinamica negativa in atto da inizio anno (-0,9% rispetto al mese di settembre). Cedono l’1,4% i lattiero-caseari e l’1,5% il bestiame vivo. Pesante soprattutto il bilancio dei suini (-5,8% in un mese) a causa della prolungata fase di debolezza della domanda interna, delle difficoltà nei rapporti di filiera e dei problemi sul fronte dell’export accentuati dall’embargo russo. Scendono a ottobre anche i prezzi dei bovini (-1,6%), mentre aumentano avicoli (+2,4%), ovi caprini (+4,7%) e uova (+1,2%).

Su base tendenziale, il confronto con ottobre 2013 rivela una flessione dell’1,6% per l'insieme delle coltivazioni, nonostante i forti rincari dell’olio di oliva (+26,9%) e del frumento duro (+28,9%). Il segno negativo caratterizza invece la dinamica tendenziale dei prezzi dei vini (-13,7%), degli ortaggi (-0,9%) e della frutta (-6,5%). I cereali al contrario spuntano un più 2,2% su ottobre 2013.

Chiude con una flessione del 6,4% l’intero aggregato zootecnico. Significativi i ribassi su base annua sia per il bestiame vivo (-7,2%) che per i lattiero-caseari (-9,2%). In calo del 5,1% le uova.

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