Il rinnovo, sottoscritto dal direttore generale di Sis, Claudio Mattioli, e dal presidente di De Cecco, Filippo Antonio De Cecco, è il frutto dell’attento lavoro scientifico di Stefano Ravaglia, responsabile ricerca e sviluppo di Sis, e di Tullio Di Primio, responsabile qualità di De Cecco.
Dopo l’avvenuta individuazione, attraverso un accurato lavoro di screening dei materiali messi a disposizione da Sis, di alcuni genotipi di frumento duro innovativi, sia per le caratteristiche di attitudine alla pastificazione, sia per l’adattabilità alla coltivazione nel territorio italiano e più specificamente nel Centro-Sud Italia, si è già nella fase di sviluppo, per confermare le potenzialità produttive, l’adattabilità e le caratteristiche merceologiche e tecnologiche delle varietà e delle linee di frumento duro individuate. Tra queste, particolare interesse è stato posto su Emilio Lepido, per l’incomparabile qualità del glutine, e su Marco Aurelio, per gli elevati indici proteici accoppiati ad eccellente produttività.
Sono state messe in campo una serie di iniziative all’interno dei bacini di approvvigionamento della De Cecco (culminate in appositi contratti di coltivazione), allo scopo di migliorare le conoscenze per la coltivazione in pieno campo e di fornire informazioni sulla gestione agronomica più adeguata alle peculiarità dei nuovi materiali nei diversi comprensori.
“Il rinnovo dell’accordo con un marchio prestigioso del made in Italy come De Cecco – commenta il presidente di Sis, Gabriele Cristofori – rientra a pieno titolo nella filosofia di Sis, che è quella di lavorare su filiere di qualità 100% italiane. La collaborazione prosegue a vantaggio di tutto il mondo agricolo ed è un ulteriore riconoscimento per Sis che, scelta da un’azienda come De Cecco, vede premiare il proprio lavoro di ricerca che l’ha vista affermarsi come capofila del mondo sementiero a livello nazionale”.
“Siamo fieri del rinnovo dell’accordo di ricerca raggiunto con Sis - ha poi dichiarato il presidente di De Cecco, Filippo Antonio De Cecco – perché riteniamo possa consentirci di raggiungere il nostro obiettivo, che è quello di migliorare il grano duro italiano per quanto attiene la quantità e qualità delle proteine in un’ottica di ulteriore incremento del nostro ruolo di interpreti della qualità e tipicità della pasta italiana nel mondo”.
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Fonte: Sis-Società italiana sementi