L’agricoltura paga la lunga ondata di maltempo che nei mesi scorsi non ha dato tregua alle campagne italiane, tra freddo prolungato e primavera praticamente inesistente".
Lo afferma Giuseppe Politi, presidente della Cia - Confederazione italiana agricoltori, in merito ai dati sul Pil diffusi dall’Istat, commentando l'inversione di rotta del settore primario che, nel secondo trimestre dell'anno, si è allineato al trend negativo degli altri comparti produttivi.
Nel suo rapporto, l'Istat segnala un calo del valore aggiunto sia congiunturale (-2,2 per cento) che tendenziale (-2,6 per cento).

Grandinate fuori stagione, trombe d’aria e alluvioni hanno compromesso il calendario classico dei lavori agricoli in mesi decisivi per l’agricoltura" spiega il presidente della Cia. Per non parlare delle precipitazioni: a marzo, il 102 per cento in più di pioggia al Centro-Nord ha posticipato e spesso impedito le semine, mentre a manggio l’incremento del 50 per cento delle precipitazioni ha causato forti ritardi nelle raccolte cerealicole.

Agli enormi danni creati dal maltempo vanno aggiunte le difficoltà del mercato - osserva Politi - Ma non si può dimenticare che, nonostante i problemi legati agli alti costi produttivi e all’andamento instabile dei prezzi sui campi, l’agricoltura nell’ultimo anno è stato l’unico settore a garantire sia produttività che occupazione. E in una fase di crisi nera dei consumi interni (-4 per cento nel primo semestre) riesce ancora a trainare l’export ‘made in Italy’ incrementando le vendite oltreconfine del 7,7 per cento”.
Per questo bisogna continuare ad avere fiducia nell’agricoltura e a investire nel settore - conclude Politi - che rappresenta sul serio un volano fondamentale per la ripresa dell’economia”.