“Il caldo della scorsa estate e le piogge successive hanno favorito lo sviluppo nel mais delle muffe che producono aflatossine. Un danno enorme per i produttori, che attendono da troppo tempo le soluzioni al problema”. Così il presidente di Confagricoltura Mario Guidi intervenendo a Cerea (Vr) all’assemblea degli agricoltori veronesi dedicata all'argomento.
“Non c’è nessun pericolo per la salute di persone e bestiame - ha aggiunto Guidi -. Il mais contaminato è stato stoccato e non immesso al consumo. Ma i produttori devono avere risposte chiare. Se il mais non può essere venduto, bisogna dir loro cosa farne. Pochi giorni fa il ministero della Salute ha emanato le procedure operative per la prevenzione e la gestione dell’emergenza ma non sono stati risolti i problemi per la gestione del mais stoccato, mentre risultano particolarmente onerose le disposizioni sull’autocontrollo della produzione di latte”.
Il numero uno di Confagricoltura ha poi osservato che va messa in atto una serie di provvedimenti che permettano ai produttori di attrezzarsi per affrontare l’emergenza; come si è fatto negli Stati Uniti dove sono state ricalibrate le soglie in funzione del tipo di allevamento, laddove le normali procedure di detossificazione non siano sufficienti, in alternativa alla distruzione del mais o al suo utilizzo per la produzione di biogas.
“I maiscoltori sono giustamente esasperati – ha concluso Guidi -. Non è possibile che le emergenze che li riguardano siano di serie B”.
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Fonte: Confagricoltura