Ventuno milioni di italiani hanno fatto la spesa nei mercati degli agricoltori nell'ultimo anno, in controtendenza rispetto all'andamento generale del commercio. E' quanto è emerso dalla prima analisi su "L'arrivo in Italia dei mercati degli  agricoltori rivoluziona la spesa", realizzata da Coldiretti con il supporto di Censis ed Swg, in occasione dell'inaugurazione del Festival nazionale di Campagna Amica "Cibi d'Italia" al Circo Massimo a Roma,  alla quale ha partecipato il presidente  Sergio Marini.

 

Un successo che per effetto del taglio delle intermediazioni commerciali ha avuto comunque - sottolinea la Coldiretti - un effetto calmieratore sull'andamento dell'inflazione rilevato dall'Istat a settembre. Sostanzialmente quasi un italiano adulto su due frequenta i cosiddetti farmers market, ma ben sette milioni sono quelli che lo fanno regolarmente, mentre gli altri quattordici milioni vi fanno i propri acquisti ogni tanto. Un successo testimoniato, secondo le analisi Coldiretti/Censis dal fatto che un'altissima percentuale di italiani (95%) vorrebbe una maggiore diffusione delle forme di vendita diretta degli agricoltori, convinzione condivisa in modo trasversale al corpo sociale e nei vari territori.

 

Le aziende agricole che producono e vendono direttamente sono non solo unità produttive propriamente dette, ma diventano presidi sociali, pilastri delle comunità in cui la loro attività contribuisce a promuovere coesione sociale. Non a caso – continua Coldiretti – il 90% degli italiani vorrebbero che il cibo che portano in tavola fosse prodotto sul proprio territorio. Di questi, il 39% ritiene che ciò serva a creare lavoro e ricchezza localmente, il 31% pensa che in questo modo il cibo è più genuino, mentre il restante 30% è convinto che in questo modo ci sono minori spostamenti delle merci e, di conseguenza, minore inquinamento. La filiera corta nella percezione collettiva – evidenzia Coldiretti - non è dunque un modo di produrre e consumare, ma un processo più complesso che incide sui livelli occupazionali, e sulla creazione di ricchezza, una specie di processo virtuoso che può cambiare la traiettoria socioeconomica delle comunità coinvolte.

 

"I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione sociale, animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e il luogo di produzione, tra città e campagna" ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel sottolineare che "partendo dalla distintività, la filiera agricola italiana fa sì che questa diventi non solo la grande leva competitiva per le imprese ma anche la grande occasione di star meglio per la gente".

 

I prodotti più acquistati nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica sono nell'ordine secondo una indagine Coldiretti/Swg la verdura, la frutta, i formaggi, i salumi, il vino, il latte, il pane, le conserve di frutta, la frutta secca, i biscotti ed i legumi, ma non manca l'interesse per i prodotti non alimentari come ad esempio gli agricosmetici. 

 

A fare la spesa direttamente dal produttore nei mercati degli agricoltori sono per il 68% donne con una presenza maschile molto più elevata rispetto alla media, con un livello di istruzione medio alto (68%). L'età è inferiore ai 54 anni nel 64% dei casi, mentre lo status sociale ed economico è medio alto nell'82% dei casi, secondo l'indagine Coldiretti/Swg. Un risultato che evidenzia come il risparmio sia solo una delle ragioni che spinge all'acquisto e che la scelta è fortemente condizionata dalla ricerca di cibi sani e di informazioni sui prodotti.