E' boom di assunzioni in agricoltura nonostante la crisi: è questo il settore che fa registrare l'aumento più elevato nel numero di lavoratori dipendenti (+10,1%) e, in misura minore, di quelli indipendenti (+2,9%).
Il comparto primario dà prova ancora una volta di essere vivo e vitale, in netta controtendenza rispetto all'andamento generale certificato da un rapporto dell'Istat sull'occupazione nel nel secondo trimestre 2012: basti citare le gravi flessioni di industria e costruzioni. "Nel secondo trimestre 2012 - si legge nella relazione - il numero degli occupati diminuisce in termini tendenziali dello 0,2% (-48.000 unità) mentre quello dei disoccupati manifesta un ulteriore forte aumento su base tendenziale (+38,9%, pari a 758.000 unità), portandosi a 2.705.000 unità. Il tasso di disoccupazione è pari al 10,5%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto a un anno prima".
La Coldiretti riporta che il trend positivo dell'agricoltura è in realtà il risultato di una crescita record del 13,7% al Nord. Il Sud ha fatto segnare un buon +3,5%, mentre si registra un leggero calo nel centro Italia (-3,2%). Secondo le stime dell'organizzazione ha meno di 40 anni un lavoratore dipendente su quattro assunti in agricoltura, dove si registra anche una forte presenza di lavoratori giovani ed immigrati che hanno abbondantemente superato quota centomila.
Ora però a preoccupare "sono gli effetti del caldo e della siccità, che hanno tagliato i raccolti estivi ed autunnali e rischiano di lasciare senza lavoro molti dei duecentomila giovani impegnati nelle attività di raccolta di frutta, verdura e nella vendemmia".
"L'incremento dell'occupazione - puntualizza la Confagricoltura - dimostra che l'agricoltura non fornisce soltanto possibilità di lavoro temporanee, ma anche concrete opportunità di crescita professionale".

 

Le organizzazioni: "La politica aiuti l'agricoltura"
"L'occupazione in agricoltura - conclude Confagricoltura - potrà incrementarsi ancora di più, a patto che vengano promosse adeguate misure per ridurre il costo del lavoro e semplificare gli adempimenti burocratici".
La Cia - Confederazione italiana agricoltori chiede al Governo di "investire davvero sul comparto, dopo averlo lasciato nell'angolo per anni, e dare vita a una vera politica di sviluppo". 
"Bisogna affrontare e sciogliere - afferma la Cia - i 'nodi' che frenano il settore, a partire dai costi di produzione praticamente raddoppiati rispetto a un anno fa, dai prezzi all'origine non ancora remunerativi e da una burocrazia 'elefantiaca' che pesa sull'agricoltura per 4 miliardi di euro l'anno. Senza dimenticare l'imu sui terreni e sui fabbricati rurali".