1975 in meno nel giro di tre mesi: sono le imprese agricole chiuse nel terzo trimestre del 2011. Questo e altri dati ancora sono contenuti nel rapporto sulla natalità e mortalità delle imprese italiane registrate alle Camere di commercio e diffuso da Unioncamere. L'insieme delle imprese del capitolo agricoltura, silvicoltura e pesca - si legge nel rapporto - ha raggiunto il valore di 845.481 unità, con una diminuzione tendenziale dello 0,23%: 1975 imprese agricole in meno, dunque.
Non è felice neppure il quadro generale: se è vero che "l'imprenditoria italiana si mantiene vitale e nuove forze continuano ad entrare nel mercato", come nota Unioncamere, "il battito del sistema rallenta e, per molti, aumentano le difficoltà a restare competitivi".
"Il bilancio tra aperture e chiusure di imprese - commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - resta attivo, ma si va riducendo e questo è un segnale di allarme importante".
"L'agricoltura paga la totale assenza di misure a sostegno del settore e perde 'pezzi' e vitalità, scontando ancora una volta sulla sua pelle gli effetti della crisi economica, i costi produttivi record e i prezzi sui campi non remunerativi".
E' amaro il commento della Cia - Confederazione italiana agricoltori ai dati pubblicati da Unioncamere. Nonostante la situazione del comparto sia "davvero pesante", riporta la Cia, "la politica sembra non accorgersi della gravità della situazione. La manovra varata dal governo ha totalmente ignorato l'agricoltura, e anche dalle prime indiscrezioni sul decreto sviluppo non risulta alcun provvedimento a favore del settore primario".
A questo contesto già complicato si aggiungono anche le difficoltà del negoziato sulla Pac post 2013. "La 'questione agricoltura' - conclude l'associazione agricola - ha bisogno urgente di un governo in grado di portare avanti politiche nuove e realmente efficaci per il comparto, in grado di dare una spinta alla ripresa".
"Gli effetti della crisi sul comparto agroalimentare - rincara la dose il presidente nazionale Confeuro, Rocco Tiso - sono sotto gli occhi di tutti, ma questo evidentemente non basta a spiegare l'urgenza degli interventi a sostegno del mondo agricolo.
"Si continua a utilizzare il mondo agricolo come terreno di propaganda invece che come portatore di valori e parte fondamentale di un nuovo modello economico che consenta al Paese di uscire dalla crisi. L'incertezza intorno ai temi che dovranno essere affrontati nel corso degli Stai generali dell'Agricoltura previsti per l'11 e il 12 novembre a Cremona – conclude Tiso – ne sono un'amara testimonianza".
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Fonte: AgricolturaOnWeb