In Italia a causa degli sprechi viene perso cibo per oltre dieci milioni di tonnellate all'anno con perdite economiche di circa 37 miliardi di euro che sarebbero sufficienti a nutrire 44 milioni di persone. A stimarlo è la Coldiretti secondo un'analisi di 'Last minute market', in riferimento ai dati resi noti dalla Fao

Per contrastare gli sprechi la Coldiretti ha elaborato una serie di consigli da seguire. 

Se con l'arrivo del caldo l'ortofrutta è il prodotto più a rischio spazzatura, la Coldiretti suggerisce di effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, preferendo le produzioni di stagione, magari acquistate direttamente dal produttore, che restano fresche più a lungo. 

A casa conviene mantenere separati i prodotti, dividendo quelli che si consumeranno subito da quelli che si pensa di conservare. 

"Ma - continua la confederazione - alcuni piccoli accorgimenti possono essere seguiti anche in cucina, recuperando gli avanzi con un pò di fantasia". Ad esempio, il pane può essere riproposto come panzanella insieme a semplici ingredienti come pomodoro olio e sale per arrivare alla più tradizionale ribollita. 

"Oltre che a casa - conclude la Coldiretti - è importante evitare sprechi anche fuori al ristorante dove aumentano gli italiani che non si vergognano di portare via gli avanzi".

Italia, ogni anno 6mln di tonnellate di cibo nella spazzatura

"Ogni famiglia italiana in un anno spende mediamente 515 euro in alimenti che poi non consumerà, sprecando circa il 10% della spesa mensile". A comunicarlo è la Cia, Confederazione italiana agricoltori, commentando lo studio della Fao annunciato alla vigilia del Congresso internazionale 'Save the food!'. 

Si tratta di oltre 4mila tonnellate di cibo acquistate dai consumatori e buttate in discarica ogni giorno, pari a 6 milioni in un anno. Più in dettaglio, spiega la confederazione citando una ricerca di Andrea Segrè, direttore del Dipartimento di Agraria dell'Università di Bologna e ideatore del 'Last minute market', ogni anno finisce nella spazzatura il 19% del pane, il 4% della pasta, il 39% dei prodotti freschi. 

Ma in questo impegno 'dissipatorio' l'Italia è in buona compagnia. In Gran Bretagna ad esempio, segnala la Cia, ogni anno vanno persi 6,7 milioni di tonnellate di alimenti ancora perfettamente utilizzabili, mentre gli Stati Uniti, che detengono la "maglia nera", buttano via il 40% della spesa alimentare. Per la confederazione, quello dello speco di cibo, è uno scandalo non solo dal punto di vista economico ed etico, ma ha anche un notevole impatto ambientale: basti pensare che una sola tonnellata di rifiuti alimentari genera fino a 4,2 tonnellate di CO2.