"Il 'caro-carburante' continua a sconvolgere le tavole degli italiani: fa rincarare i prodotti (+2,3% a marzo) e riduce i consumi alimentari (-0,6% nel 2010 e -0,5% nei primi due mesi del 2011)". Lo fa notare la Cia, Confederazione italiana agricoltori commentando i dati provvisori dell'Istat sull'inflazione.  

"La crescita del petrolio - continua la Cia, facendo riferimnto all'indice dei costi agricoli dell'Ismea - si è ripercossa anche sulle quotazioni all'origine di una serie di prodotti agricoli, che hanno subito un'accelerazione che, tuttavia, da sola non poteva provocare un aumento così marcato dei prezzi sugli scaffali. L'impennata degli alimentari - rimarca la confederazione - ha avuto le sue conseguenze anche sui consumi domestici".

Caro energia e costi sempre più insostenibili, agricoltura in debito d'ossigeno!

"L'inflazione a marzo sale al 2,5%, al netto dei beni alimentari ed energetici all'1,8% ed esclusi i soli beni energetici all'1,9%". Lo sottolinea la Copagri commentando i dati Istat sull'inflazione che "evidenziano la particolare incidenza degli aumenti dei prodotti alimentari e dell'energia". 

"La benzina - prosegue Copagri - è aumentata del 3,4% rispetto a febbraio 2010 e del 12,7% rispetto allo scorso anno, mentre il prezzo del gasolio è cresciuto del 4,3% sul mese precedente e del 18,5% sul 2010". 

"Gli altri costi produttivi - ricorda la confederazione, riferendosi ai dati Ismea sui costi agricoli - aumentano del 4,9% rispetto al 2010 ed in particolare i concimi (+5,7%) ed i mangimi (19,3%). Se a ciò - conclude la Copagri - si aggiungono gli oneri della gestione burocratica, l'agricoltura ne esce come un settore sempre più pericolosamente in debito d'ossigeno".

Nonostante le difficoltà, le aziende agricole continuano ad aumentare

"Gli agricoltori subiscono la doppia morsa dell'inflazione". Questo il commento di Confagricoltura in relazione ai dati provvisori dell'Istat relativi ai prezzi al consumo, dai quali emerge per gli alimentari un incremento, a marzo 2011 su marzo 2010, del 2,2%, inferiore al +2,5% registrato per il totale dei prodotti. 

"Il dato essenziale - osserva Confagricoltura - è quello della forbice costi-ricavi. Per la prima volta da settembre 2010, a febbraio scorso, i prezzi all'origine dei prodotti agricoli sono risultati in discesa (-0,9% secondo Ismea), ma i costi sono invece continuati a salire (+0,1%). Tendenza che a marzo - prevede Confagricoltura - è ancora più accentuata".