"Attendo con trepidazione le notizie che arriveranno la prossima settimana da Nairobi". Così il presidente della commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, alla vigilia del voto del Comitato Unesco per l’inserimento della Dieta mediterranea nella lista dei beni immateriali dell’Umanità.
"Ricordo molto bene quando, insieme alla Spagna - racconta De Castro - iniziai a maturare la consapevolezza che l’Italia dovesse sostenere con forza la candidatura della Dieta Mediterranea a patrimonio immateriale dell’Unesco. L’occasione si ebbe nel febbraio 2007, ad Ibiza. Fu allora che in qualità di ministro della Repubblica italiana, sottoscrissi con la ministra della Spagna Elena Spinosa la dichiarazione congiunta per la promozione della Dieta mediterranea a tutela della qualità e della concorrenzialità delle proprie produzioni alimentari".
"Nello stesso anno il Parlamento italiano - continua De Castro - con la legge 27 Settembre 2007, n.167, ha ratificato la 'Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale' approvata dall’Unesco il 17 ottobre 2003. L’anno successivo è stato quello della svolta. Dapprima il VII° Incontro dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca, membri del Ciheam, dal 3 al 6 febbraio 2008 a Saragozza, dove è stato assunto da parte dei Paesi partecipanti l’impegno a sostenere l’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale e immateriale dell’umanità dell’Unesco. Successivamente, il Decreto ministeriale 5 marzo 2008 per la costituzione, presso il Mipaaf, del comitato tecnico con il compito di seguire l’iter internazionale della candidatura della Dieta mediterranea come patrimonio dell’umanità. Sempre nel 2008, durante il VII° Congresso della Dieta mediterranea tenutosi a Barcellona, a nome dell’Italia ribadii l’importanza di avviare un’azione promozionale per la partecipazione e la condivisione della candidatura della Dieta Mediterranea nel Patrimonio dell’Unesco da parte di tutti i Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo".
"In seguito a ciò, nel mese di aprile, riunimmo a Roma i rappresentanti istituzionali di Spagna, Italia, Grecia e Marocco, per sottoscrivere la 'Dichiarazione di cooperazione' per preservare e conferire continuità ad un patrimonio unico e straordinario e per ribadire che, la candidatura della Dieta Mediterranea a patrimonio intangibile dell’Unesco, sarebbe stata aperta a tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo. Infine, nel luglio 2008, l’approvazione in Senato della mozione bipartisan, a mia prima firma e sottoscritta da oltre cento senatori con cui abbiamo impegnato il Governo italiano a proseguire il percorso avviato nei precedenti mesi e a rispettare tutte le scadenze del dossier di candidatura. Un percorso lungo e difficile, ripreso con impegno anche dal ministro Galan e che speriamo possa concludersi positivamente tra qualche giorno. Nonostante i cambiamenti delle abitudini alimentari e degli stili di vita, la Dieta Mediterranea continua ad essere un punto di riferimento non solo nel Mediterraneo ma anche in altre regioni del mondo. Il riconoscimento dell’Unesco – ha concluso De Castro – rappresenta una leva fondamentale per la valorizzazione di una delle più importanti risorse dei Paesi del Mediterraneo, sia in termini di sostenibilità sia per l’incidenza economica e culturale che riveste il cibo nell’intera regione e per la capacità di ispirare un senso di continuità ed identità per le popolazioni locali".
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Fonte: Paolo De Castro - Presidente Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo