E' fatta. La manovra di aggiustamento dei conti italiani è legge dopo l'ultimo passaggio alla Camera. E dentro non c'è nulla per l'agricoltura. Meglio, c'è solo la contestata norma salva “furbetti della mangiatoia”, quel rinvio a fine anno delle multe latte che non piace nemmeno a Bruxelles. Due le possibili letture di questa esclusione dell'agricoltura dalle attenzioni della politica. Si può dire che il mondo dei campi è stato escluso per evitargli altri tagli. Ma forse esageriamo con l'ottimismo...Oppure l'agricoltura non rappresenta più quel bacino di voti che qualche decennio addietro faceva gola a tutti i partiti. E che oggi non interessa più perchè il numero di addetti si è ormai ridotto al lumicino (un milione o poco più). Questa, anche se dispiace ammetterlo, è forse la spiegazione più vicina alla realtà. Un motivo in più per suggerire al mondo agricolo maggiore coesione ed evitare divisioni come si sono viste nelle recenti manifestazioni di protesta indette dalle maggiori organizzazioni agricole. Che pure avevano mille ragioni nel protestare. Troppo pesante la crisi dell'agricoltura per restare in silenzio. In soli cinque anni, come si legge in un documento della Cia, l'agricoltura ha perso il 35% dei propri redditi. Colpa dei prezzi crollati del 20% in media e del contemporaneo aumento dei costi di produzione. Un mix micidiale che ha portato alla chiusura nel solo 2009 di ben 50mila aziende. Ed altre migliaia seguiranno la stessa sorte se non ci sarà una politica agricola capace di invertire questa tendenza. Chi sperava che le risposte giungessero dalla manovra “finanziaria”, come abbiamo visto, è stato deluso.
Il “pacchetto”
Ma uno spiraglio si è aperto con le recenti dichiarazioni del ministro dell'Agricoltura, Giancarlo Galan. Intervenendo in commissione Agricoltura del Senato, il ministro ha dichiarato infatti di avere pronto un pacchetto di misure anticrisi. Un pacchetto che raccoglie molte delle richieste giunte dalla “piazza”, con al primo posto la ripresa delle agevolazioni per il costo del lavoro nelle zone disagiate, agevolazioni già presenti sino a poco fa con la fiscalizzazione degli oneri sociali, la cui operatività si è però conclusa il 31 luglio. Altro capitolo è quello degli aiuti al settore bieticolo-saccarifero per il quale sono già stati messi a disposizione 21 milioni di euro ai quali il “pacchetto” aggiungerà altri 65 milioni. Altro punto toccato dal ministro è quello delle assicurazioni. “Per il 2011 – ha detto Galan - è opportuna una campagna assicurativa più ambiziosa, anche in vista della nuova Politica agricola comune e alla luce della crescente importanza da attribuire al settore assicurativo nel settore primario.” Al momento solo promesse (e si sa che i politici hanno un'innata propensione alla promessa facile...), che il ministro ha voluto suggellare dichiarando che “quando assumo un impegno lo mantengo”. Staremo a vedere.
I commenti
Intanto l'annuncio di questo “pacchetto” è stato salutato con soddisfazione da tutte le rappresentanze agricole. “Fra le priorità ricordate da Galan ci sono le nostre priorità”, ha tenuto a sottolineare il presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni. Le dichiarazioni del ministro sono state apprezzate anche da Giuseppe Politi, presidente di Cia, che ha ribadito l'urgenza di risposte alla crisi dei campi. Fiducia a Giancarlo Galan arriva anche da Fedagri che per bocca del suo presidente, Maurizio Gardini, ha ribadito “la necessità che il governo italiano mostri finalmente una maggiore sensibilità e attenzione nei confronti del settore primario.” Se ci sarà questa attenzione lo sapremo nelle prossime settimane, quando il “pacchetto” dovrebbe essere tradotto in un progetto legislativo da sottoporre al Parlamento, sempre che Galan riesca ad avere il via libera dai suoi colleghi che hanno in mano i “cordoni della borsa”, Giulio Tremonti in testa. E ci sarà da prestare attenzione anche a Bruxelles. Perchè non sono possibili, ha rimarcato il presidente della Commissione Agricoltura della Ue, Paolo De Castro, provvedimenti anticrisi nazionali fatta eccezione per quanto previsto nell'ambito del regime degli “aiuti de minimis”. Per mantenere le sue promesse Galan dovrà dunque vedersela non solo con le scarse disponibilità di “cassa” dell'azienda Italia, ma anche con vincoli e paletti comunitari. Auguri.