In giugno la redditività degli allevamenti di suini era stata messa in difficoltà da una caduta dei prezzi che aveva interrotto una lunga stagione di rialzi.

Il timore che la fase negativa potesse prolungarsi è stato fugato dall'andamento delle quotazioni registrate in luglio, quasi tutte in terreno positivo.

Ne hanno beneficiato in particolare i suini da macello pesanti, mentre qualche spunto negativo si registra per i suinetti.

Bene il segmento della stagionatura e qualche nota negativa per la fase di macellazione.

 

Questo, in estrema sintesi, il quadro relativo al mese di luglio che emerge dalle analisi del Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali. Ma andiamo con ordine, seguendo il percorso dell'intera filiera.

 

Allevamento

A luglio la redditività dell'allevamento suinicolo italiano a ciclo chiuso è tornata a crescere, registrando un aumento mensile del 5,4%.

Il risultato è stato favorito dal rialzo dei prezzi dei suini da macello pesanti che, per la tipologia destinata al circuito tutelato, ha segnato un valore di 1,995 euro/kg (+5% su base mensile e +3,5% su base annua) e dal contemporaneo calo delle quotazioni delle materie prime per l'alimentazione.

L'attuale livello di redditività risulta inoltre superiore dell'1,7% rispetto allo stesso mese del 2024.

 

Andamento positivo anche per la fase di ingrasso, dove la redditività è cresciuta del 3,6% rispetto a giugno.

L'aumento dei prezzi di vendita ha permesso di compensare il maggiore esborso per l'acquisto iniziale dei suinetti e per il loro mantenimento; quanto al dato tendenziale, si è attestato a +9,3%.

 

Negativa la performance delle scrofaie, che hanno evidenziato un nuovo calo della redditività (-5,3% su base mensile); un dato che si accentua nel confronto annuo: -12,7%.

A incidere negativamente è stata soprattutto la flessione delle quotazioni dei suini da allevamento di 7 kg, scese del 6% rispetto al mese precedente al valore di 67,750 euro/capo (-11,1% rispetto a luglio 2024).

La riduzione dei costi alimentari non è stata sufficiente a compensare questa dinamica.

 

Avverso anche il risultato della fase di svezzamento, con una contrazione della redditività dell'1,5% su base mensile.

La discesa dei prezzi dei suini da allevamento di 40 kg (-2,4%), attestatisi a 3,543 euro/kg, ha prevalso sul beneficio derivante dal minor costo dei suinetti acquistati a inizio ciclo.

La variazione su base annua resta tuttavia positiva e pari a +4,7%.


Macellazione

Per il comparto della macellazione, luglio ha segnato una flessione della redditività pari al 2,2% rispetto al mese precedente, complice l'aumento dei costi di approvvigionamento delle carcasse.

Il dato tendenziale resta negativo: -1%. Sul fronte dei mercati, le cosce fresche pesanti destinate a prodotto Dop hanno raggiunto 5,594 euro/kg (+1,1% la variazione mensile, -3,8% il dato annuo), mentre quelle destinate a produzioni non tipiche sono salite a 4,808 euro/kg (+3,2% rispetto a giugno e +4,8% a livello tendenziale).

 

Positivi anche i segnali dal comparto dei lombi: il taglio Padova ha toccato i 4,660 euro/kg (+13,7% il dato congiunturale, +11% il dato tendenziale) e il taglio Bologna si è portato a 4,080 euro/kg (+8,1% la variazione mensile, +2% il raffronto annuo).


Stagionatura

Nel segmento della stagionatura dei prosciutti, luglio ha visto un ulteriore, lieve recupero della redditività per le produzioni Dop (+0,1%); in decisa ripresa anche la remuneratività dei prosciutti non tutelati (+4,3%).

La differenza di redditività resta a favore dei prosciutti a Denominazione di Origine Protetta (+11,2%), pur riducendosi rispetto ai mesi precedenti.

 

Il prezzo medio mensile del Prosciutto di Parma pesante stagionato 12 mesi è sceso dello 0,8% fermandosi a 10,550 euro/kg (+1,4% la variazione tendenziale), mentre i prosciutti pesanti non tipici hanno guadagnato il 3,9% su base mensile, arrivando a quotare, sempre a luglio, 8,730 euro/kg (+1,5% su base annua).