Ancora un lieve recupero per i prezzi dei suini da macello nel mese di maggio.
Se ne avvantaggia l'indice di redditività degli allevamenti, che mette a segno un aumento di quasi l'uno percento.
È quanto emerge dalle analisi mensili del Crefis, il Centro per le Ricerche Economiche sulle Filiere Sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, diretto da Gabriele Canali.
A dispetto di questo miglioramento, resta però in area negativa il confronto con la situazione dello stesso periodo di un anno fa.
Ma andiamo con ordine, prendendo in esame i singoli comparti della filiera suinicola.
Allevamenti
Per gli allevamenti a ciclo chiuso maggio si è chiuso per l'indice di redditività del Crefis con un aumento dello 0,9%, spinto soprattutto dal recupero dei prezzi dei suini da macello pesanti, saliti dell'1,5% rispetto ad aprile, fino a raggiungere 1,920 euro/chilogrammo.
Tuttavia, rispetto allo stesso mese del 2024, la situazione resta meno favorevole, con un calo tendenziale della redditività del 5% e una flessione dei prezzi di circa il 3% su base annua.
Segnali positivi emergono anche per la fase di ingrasso, che registra un incremento della redditività dell'1,3% rispetto al mese precedente.
Questo andamento è legato sia al recupero delle quotazioni dei suini da macello sia al minore esborso iniziale per l'acquisto dei capi da 40 chilogrammi.
Anche la variazione tendenziale è in territorio positivo, con un +2,4% rispetto a maggio 2024.
Meno favorevole il quadro per la fase di scrofaia, che ha subìto una nuova contrazione della redditività dell'1% su base mensile.
Anche il confronto con l'anno precedente evidenzia un peggioramento marcato (-8,3%).
Alla base di questa dinamica vi è il calo dei prezzi dei suini da allevamento da 7 chilogrammi, scesi dello 0,6% per un valore di 76,100 euro/chilogrammo, combinato con l'aumento dei costi delle materie prime destinate all'alimentazione animale.
Anche il confronto dei prezzi su base annua rimane negativo: -6,3%.
La fase di svezzamento ha beneficiato di una crescita significativa della redditività, pari al 4,1% su base mensile.
Questo miglioramento si deve all'aumento del valore dei suini da allevamento da 40 chilogrammi, che, a maggio, hanno raggiunto un prezzo medio di 3,697 euro/chilogrammo (+3,7%), e alla diminuzione dei costi per le materie prime.
Tuttavia, rispetto a maggio 2024, la redditività di questa fase si mantiene ancora su livelli inferiori (-6,2%) e anche le variazioni tendenziali dei prezzi dei capi da 40 chilogrammi restano in negativo (-7,2%).
Macelli
Nel comparto della macellazione si osserva invece, sempre nel periodo preso in esame, un peggioramento della redditività: -3% rispetto ad aprile.
Tale risultato è imputabile sia alla riduzione dei prezzi di alcuni tagli di carne fresca, sia al maggiore costo sostenuto per l'acquisto dei capi da macello.
Resta comunque positivo il confronto con il 2024, con una crescita dell'1,1% su base annuale.
Per quanto riguarda le cosce fresche pesanti destinate a produzioni Dop, i prezzi sono diminuiti dello 0,6% fermandosi a 5,540 euro/chilogrammo (-5,5% la variazione tendenziale).
Le cosce generiche, invece, si sono attestate a 4,520 euro/chilogrammo, in calo dello 0,7% su base mensile ma in crescita dell'1% rispetto allo scorso anno.
Anche i lombi hanno mostrato una flessione nei prezzi: il taglio Padova è sceso a 4,200 euro/chilogrammo (-9,7% rispetto ad aprile), mentre il taglio Bologna si è fermato a 3,900 euro/chilogrammo (-3,7%).
Entrambi i tagli presentano variazioni tendenziali negative: -5,1% per il Padova e -12,8% per il Bologna.
Stagionatura
Situazione contrastante per la stagionatura dei prosciutti. A maggio, la redditività dei prodotti non tutelati è diminuita, mentre quella delle produzioni Dop ha mostrato un incremento.
Questo andamento ha ampliato il divario di redditività a favore dei prosciutti Dop, con un differenziale del +12,3%.
Il Prosciutto di Parma stagionato 12 mesi ha registrato un lieve aumento dei prezzi (+0,1%), raggiungendo i 10,625 euro/chilogrammo, con un miglioramento tendenziale dell'1,8%.
Al contrario, i prosciutti stagionati non Dop sono calati dello 0,5% rispetto ad aprile, con un prezzo medio di 8,560 euro/chilogrammo e una variazione annua anch'essa negativa (-0,5%).
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Fonte: Crefis