Mentre mezza Europa è alle prese con l'epidemia di peste suina africana, una nota stampa del 20 settembre 2024 della Regione Sardegna dà l'annuncio che da tempo ci si attendeva: la Psa, dopo oltre quarant'anni di lotta, è stata eradicata. La presidente della Regione Alessandra Todde ha dichiarato: "È un esempio straordinario di cosa i sardi possono realizzare quando riuniscono le loro forze". L'assessore dell'Agricoltura Gian Franco Satta: "Oggi lo possiamo dire a chiare lettere, la peste suina africana in Sardegna è stata sconfitta". L'assessore dell'Igiene e Sanità Armando Bartolazzi: "La Sardegna è un modello da seguire da parte di regioni, come la Lombardia, oggi in grande difficoltà".

Leggi anche Peste suina africana, l'assedio continua

Con il supporto unanime degli Stati Membri della Ue durante la riunione del Comitato Paff, Piante, Animali, Alimenti e Mangimi, tenutasi a Bruxelles, la Commissione Europea ha deciso il 20 settembre 2024 di abrogare le ultime misure restrittive ancora in vigore in Sardegna a causa della peste suina africana, la devastante malattia dei suini che per oltre quarant'anni ha martoriato la Sardegna e che da qualche tempo sta causando grandissimi problemi in numerose regioni italiane, in Europa e in molte altre aree del mondo.

 

La reazione della Giunta regionale

La notizia è stata accolta con grande soddisfazione in Sardegna. La presidente Alessandra Todde ha dichiarato: "Quella arrivata oggi da Bruxelles è un'ottima notizia, la Commissione Europea ha finalmente riconosciuto che la Sardegna ha fatto un eccellente lavoro e sconfitto una terribile malattia degli animali che ha lungamente martoriato la nostra isola, con un impatto economico e sociale devastante, soprattutto per le popolazioni delle nostre zone interne. Siamo riusciti in un'impresa che dieci anni fa in molti consideravano impossibile da realizzare. È un ottimo esempio dei risultati che i sardi possono ottenere quando riuniscono le loro forze attorno ad un obiettivo condiviso".

 

"Gli allevatori sardi e tutti gli attori coinvolti nel programma di eradicazione hanno dato prova della caparbietà che è intrinseca nel nostro carattere. Sono stati anni di duri sacrifici per tutti ma alla fine il risultato è arrivato e i nostri sforzi sono stati premiati con la certificazione della Commissione Europea che durante la riunione del Comitato Paff riunitosi oggi a Bruxelles ha deciso di abrogare le ultime misure restrittive ancora in vigore nella nostra isola. Questo importante risultato - spiega Gian Franco Satta, l'assessore dell'Agricoltura e Riforma Agropastorale - ci riempie di orgoglio, ma allo stesso tempo di grande responsabilità perché proprio ora che siamo arrivati a questo traguardo non bisogna abbassare la guardia ma perseverare nelle azioni necessarie ad evitare che la malattia possa ripresentarsi, soprattutto nello scenario nazionale ed internazionale che vede altre regioni d'Europa in grande difficoltà".

 

"La peste suina africana sta imperversando in mezza Italia. La Sardegna è un modello da seguire - afferma l'assessore dell'Igiene e Sanità Armando Bartolazzi - in particolare da quelle regioni, come la Lombardia, che oggi si trovano in grande difficoltà. Anche nell'isola la malattia sembrava impossibile da sconfiggere, ma grazie ad una strategia ben disegnata, basata sulla scienza e ad un modello organizzativo straordinariamente efficace si è ottenuto un risultato che non troppi anni fa molti ritenevano irraggiungibile. Ma non dobbiamo abbassare la guardia, la Psa potrebbe arrivare nuovamente e colpire duramente".

 

Arrivato in Sardegna nel 1978, il virus della peste suina africana - la più terribile malattia contagiosa dei suini, domestici e selvatici - ha circolato nell'isola per oltre quarant'anni, fino al 2019. È stata fondamentale la collaborazione degli allevatori, delle associazioni, dei cacciatori, dei sindaci e delle comunità locali nonché delle prefetture, questure, Nas e in generale forze dell'ordine.

 

"Un risultato storico per il quale è doveroso ringraziare tutti coloro che a vario titolo vi hanno contribuito. Ora non bisogna abbassare la guardia perché il rischio di nuova introduzione dall'Italia dove il virus sta circolando in modo preoccupante non è trascurabile sia con la sorveglianza sia con i controlli nei porti. Abbiamo chiesto al commissario nazionale di attivare controlli in partenza così come ha fatto la Sardegna per tanti anni per mitigare questo rischio", concludono congiuntamente Todde, Bartolazzi e Satta.

Leggi anche Peste suina, scende in campo un nuovo commissario

Le organizzazioni agricole, premiati i sacrifici degli allevatori

"I veri meriti per il raggiungimento di risultato storico vanno agli allevatori, quelli veri, che hanno sempre rispettato la sicurezza nei loro allevamenti e che nonostante l'embargo di 13 anni, hanno continuato a fare attività e lavorare con grandissime difficoltà - sottolinea Battista Cualbu, presidente Coldiretti Sardegna - adesso però serve attenzione sulle carni suine che arrivano in Sardegna dal continente perché constatiamo che al momento le stesse restrizioni, rigidità e controlli adottati per la Sardegna non si stanno mettendo in campo per le carni in arrivo dalle altre regioni. Preoccupa non poco - conclude - l'ingresso delle carni dal Nord Italia che stanno entrando anche a prezzi molto contenuti".

 

"Con il disco verde giunto dalla Commissione Europea a Bruxelles sull'eradicazione ufficiale dellaPsa dalla Sardegna finisce un incubo durato 46 anni, quando nel 1978, una delle più devastanti e letali malattie animali del mondo, fu segnalata per la prima volta sull'isola. Da allora si è perso il conto dei tanti piani di intervento sanitario messi in campo dalla Regione per sconfiggere il virus dei suini che, anno dopo anno, ha polverizzato il comparto locale riducendolo oggi ad avere poco più di 180mila maiali registrati". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Sardegna, Paolo Mele.

 

Mele ha poi aggiunto: "Ci sono voluti quasi quarant'anni affinché anche la politica regionale cambiasse passo e strategie nei programmi di eradicazione, premiando gli allevatori virtuosi e rispettosi delle regole. Dieci anni fa, alla fine del 2014, nasceva l'Unità di Progetto per l'Eradicazione della Psa in Sardegna: una nuova struttura organizzativa piramidale dove tutti i soggetti regionali, a vario titolo competenti in materia, venivano messi assieme e coordinati per combattere sul piano scientifico-sanitario, ambientale e normativo questa piaga terribile. Furono anni di sacrifici per tantissimi allevatori onesti che ogni giorno, con fatica e sincera convinzione, rispettavano programmi di biosicurezza assai stringenti e dispendiosi. Oggi, dopo l'ultima positività alla Psa datata aprile 2019, il risultato è arrivato e sarebbe disonesto non riconoscere chi ha fatto il grosso del lavoro".

 

"Da domani però - ha proseguito Mele - spetta alla Regione Sardegna credere nelle potenzialità del comparto, con un'intera isola peste suina free, su cui bisogna investire risorse ed energie che assicurino un nuovo futuro ai nostri allevatori".