Ieri in piazza Santi Apostoli a Roma sono arrivati apicoltori da tutta Italia per lanciare un messaggio contro la concorrenza sleale dei prodotti esteri, che spesso non sono nemmeno mieli, e che stanno mettendo a dura prova un settore già in crisi a causa di cambiamenti climatici, malattie, parassiti e inquinamento.
Una manifestazione organizzata dall'associazione Miele in Cooperativa, che ormai da tempo ha fatto della lotta al finto miele e della tutela dei prodotti italiani di qualità due punti centrali della propria attività associativa.
Come riporta l'associazione, da una recente indagine della Commissione Europea è emerso che il 46% dei campioni di miele importati analizzati non sono conformi alle regole comunitarie, a causa dell'impiego di sciroppi zuccherini che alterano il prodotto e dell'uso di additivi e coloranti usati per falsificare l'origine botanica.
Riguardo alla provenienza, il maggior numero di campioni non conformi proveniva dalla Cina, con 66 campioni su 89, pari al 74%, mentre il paese con la percentuale più elevata di campioni di miele sospetti è risultata la Turchia, con ben 14 campioni adulterati su 15, cioè oltre il 90% del totale.
A questo si aggiunge un prezzo di vendita all'ingrosso che per il miele estero si aggira intorno ad 1,70 euro al chilo, una cifra che è molto più bassa dei quella a cui è venduto il miele italiano, che oltre tutto vede aumentare i suoi costi di produzione e diminuire drasticamente le sue vendite e il suo prezzo.
Una situazione che i vertici di Miele in Cooperativa avevano già portato all'attenzione del presidente della commissione agricoltura della Camera Mirco Carloni alcuni giorni fa, ma che hanno deciso di portare anche in piazza per renderla nota a tutta la cittadinanza.
L'obiettivo della manifestazione di ieri infatti era quello di "conquistare il consenso, morale e sostanziale, alla richiesta di avviare le procedure anti dumping in Europa contro il miele cinese e di sensibilizzare i consumatori verso un acquisto consapevole del miele", come ha dichiarato il presidente di Miele in Cooperativa Riccardo Babini.
E l'attenzione mediatica e politica c'è stata, con il lancio già da ieri di vari servizi su giornali e televisioni nazionali e con la partecipazione in piazza di politici di diversi schieramenti.
L'onorevole Mirco Carloni (Lega), presente in piazza, ha ringraziato gli apicoltori di questa campagna a favore dei consumatori italiani che, come ha detto, serve anche a sensibilizzare e a far capire cosa c'è dietro un'etichetta; e ha dichiarato che è già allo studio un testo per tutelare la tracciabilità del prodotto italiano.
In piazza c'erano anche Deborah Bergamini e Raffaele Nevi di Forza Italia, che hanno promesso un impegno per la tutela del miele italiano e la creazione di un sottodipartimento all'interno del dipartimento agricoltura specifico per l'apicoltura.
Presente anche l'eurodeputata del Pd Daniela Rondinelli, che ha lavorato alla revisione della cosiddetta direttiva Breakfast per migliorare gli obblighi relativi all'informazione dei consumatori e all'etichettatura del miele, in cui si chiede di inserire il nome dei paesi di origine del miele in ordine, da quello che ha contribuito maggiormente alla miscela a quello che ha contribuito meno.
Ma anche su questo Miele in Cooperativa chiede un passo in più: l'indicazione esplicita delle percentuali dei vari mieli delle varie origini in etichetta. Quindi se in un vasetto di miele c'è una miscela di miele ucraino, serbo e italiano, scrivere chiaramente in quale percentuale ognuno di questi è presente.