Per i non addetti ai lavori la campylobatteriosi è una patologia poco conosciuta, eppure si tratta di una fra le malattie più frequenti trasmesse dagli animali all'uomo (zoonosi).
A metterlo in evidenza è un recente report che Efsa, l'Ente Europeo per la Sicurezza Alimentare, ha realizzato insieme a Ecdc, il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo della Malattie.
Il report offre un quadro dettagliato dell'andamento delle zoonosi fuori e dentro l'Unione Europea, evidenziando nel 2021 un aumento della loro incidenza, che resta comunque inferiore rispetto ai livelli di pre pandemia.
Se la campylobatteriosi resta la zoonosi più frequente, va anche detto che si tratta nella maggior parte dei casi di una patologia che nell'uomo solo raramente causa gravi danni, limitandosi per lo più a coinvolgere l'apparato gastrointestinale.
La comparsa della malattia, pur originata da prodotti di origine animale, riconosce come causa prevalente una cattiva igiene domestica e una scarsa attenzione nella manipolazione degli alimenti oltre a una insufficiente cottura.
Il calore infatti rende del tutto inoffensivo il Campylobacter, il batterio responsabile di questa patologia.
Salmonellosi
Altra zoonosi riscontrata da Efsa è la salmonellosi, patologia forse più nota, sebbene meno diffusa della precedente, ma che resta al primo posto quando si passa all'esame dei focolai, cioè il contagio contemporaneo di più persone.
La sua presenza è segnalata in particolare negli alimenti di origine animale, con maggiore frequenza nel caso delle uova e delle carni avicole, ma la si può riscontrare anche in altre carni e in prodotti trasformati.
La salmonellosi è oggetto di attento monitoraggio da parte delle autorità sanitarie e a questo proposito va ricordato che l'Italia si è dotata di un Piano di Controllo che prevede un sopralluogo del veterinario ufficiale nelle aziende avicole.
Come per la campylobatteriosi, l'insorgenza della salmonellosi nell'uomo è conseguenza nella maggioranza dei casi di scarsa attenzione nella manipolazione degli alimenti o di inappropriata preparazione.
La cottura anche in questo caso consente di eliminare il batterio responsabile della patologia.
Yerisiniosi
Il report di Efsa/Ecdc evidenzia al terzo posto un'altra zoonosi poco conosciuta fra i "non addetti": la yersiniosi.
Causata anch'essa da un batterio, la Yersinia enterocolitica, è in grado di determinare nell'uomo patologie enteriche che nei bambini di età inferiore ai cinque anni possono assumere carattere di gravità.
In questo caso la responsabilità ricade anche sulle carni di suino (ancora una volta non trattate con igiene o poco cotte). Ma sono segnalati casi di Yersiniosi a partire da latte e vegetali.
Listeriosi
Un cenno particolare è riservato dal report di Efsa/Ecdc alla listeriosi, malattia in netta crescita.
Si tratta di una patologia causata dal batterio Listeria monocytogenes, che può manifestarsi con quadri clinici severi, ai quali corrisponde un'elevata mortalità nei soggetti più fragili.
L'esito più frequente è quello di una gastroenterite che compare a poche ore di distanza dall'assunzione dell'alimento contaminato.
Nel caso della Listeria la trasmissione all'uomo vede molti protagonisti, come carne, latte (non pastorizzato) e formaggi non stagionati. Ma il batterio può essere veicolato anche da molti altri cibi, come i vegetali preconfezionati.
L'ampia fascia di alimenti coinvolti deriva dalle caratteristiche di questo batterio, che può considerarsi ubiquitario e capace di crescere a basse temperature e sino ai 45 gradi e di tollerare ambienti salati e acidi. Dunque anche nei suoi confronti va tenuta alta la guardia.
Promuovere l'igiene
Molte altre le zoonosi prese in esame, come brucellosi, febbre Q o echinococcosi.
Per queste, come per le precedenti, va sottolineato che il pericolo per l'uomo deriva dall'insufficiente igiene negli ambienti domestici o da una scarsa attenzione nella cottura.
Negli allevamenti l'attenzione alla biosicurezza e alla prevenzione fa parte del bagaglio culturale di un allevatore professionale, cosa che non si può sempre pretendere nel caso del consumatore.
Questa consapevolezza dovrebbe motivare campagne di comunicazione destinate all'educazione alimentare, che oltre a informare sui livelli nutritivi degli alimenti, fornisca nozioni di igiene e preparazione degli alimenti stessi.
Si migliorerebbe la salute collettiva, evitando zoonosi delle quali gli allevamenti non hanno a volte alcuna responsabilità.