I bovini in Europa

Dai mercati europei arriva qualche segnale di cedimento per le carni bovine, in particolare per il segmento delle carni di vitello che perdono qualche posizione.

Continua invece il momento favorevole per le carni di vitellone, che vedono aumentare ulteriormente il differenziale con lo scorso anno.

I prezzi rilevati dalla Commissione europea sono riferiti al capo macellato, che quota 502 euro nella settimana dal 9 al 15 aprile, con un aumento del 35,4% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Situazione analoga, come riporta la tabella seguente, si riscontra per i prezzi all'origine.

 

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La produzione europea 

Contribuisce al sostegno dei prezzi delle carni bovine la riduzione dell'offerta di alcune tipologie di bovini, che compensa l'aumento registrato per le carni di scottona.

Come si nota dal grafico che segue, l'andamento della produzione è assai dissimile fra i vari membri dell'Unione.

Significativo l'aumento della Romania e della Polonia, che si contrappone al calo di Francia e Germania, paesi grandi produttori di carni bovine.

Lieve aumento (+1,8%) della produzione in Italia, ben assorbito da una domanda in ripresa.

 

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I bovini in Italia

Tutto in positivo il trend per le carni bovine in Italia, con i prezzi all'origine che segnano ulteriori aumenti.

Le rilevazioni medie mensili di Ismea, l'Istituto di servizi per il mercato agroalimentare, indicano aumenti che vanno da più 6,5% per le vacche al più 0,9% dei vitelli.

Come dettagliato nella tabella che segue, il confronto con i prezzi dello scorso anno mostra differenziali importanti per i tori da macello (più 47,5%) come pure per la scottona (più 15,8%), tipologia che incontra sempre più il favore dei consumatori.

 

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Il prezzo medio all'origine di alcune categorie di bovini
(Fonte: Ismea)

 

Le carni suine nella Ue

Brusca inversione della curva dei prezzi delle carni suine nell'Unione europea.

Dopo la crescita verticale nelle prime settimane del 2022, con i prezzi che si portavano nettamente al di sopra di quelli dello scorso anno, i prezzi sono scesi a 191,1 euro al quintale, registrando in aprile una flessione del 2,5% rispetto al mese precedente.

Come si nota nel grafico che segue, la curva di mercato è scesa in modo deciso, ma si mantiene sopra a quella del 2022 (+17,2%).

Tenuto conto della lunga stagione di crisi precedente ai rialzi e al contemporaneo aumento dei costi di produzione, il settore suinicolo rischia di rientrare in una zona di forte sofferenza, con margini ridotti all'osso per gli allevatori.

 

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La produzione europea di suini

Sino alla fine dello scorso anno il patrimonio suinicolo dell'Unione europea si era contratto, registrando una flessione del 2,9%, come evidenziato in dettaglio nel grafico che segue.

Una situazione che ha contribuito a dare tonicità al mercato in un momento per di più di ripresa della domanda.

La successiva caduta dei prezzi è in parte motivata dalla minore propensione al consumo, fisiologico con l'approssimarsi della bella stagione.

Se al contempo vi sarà una ripresa della produzione, una nuova flessione dei mercati potrebbe non essere un semplice fatto congiunturale. Meglio tenerne conto.

 

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I suini in Italia

A differenza di quanto accade sui mercati europei, in Italia i prezzi dei suini continuano la corsa iniziata a febbraio e oggi le rilevazioni di Ismea indicano un prezzo medio nel mese di aprile di 1,65 euro al chilo peso vivo per i suini da macello del circuito tutelato.

Significativo il differenziale con lo scorso anno, quando i prezzi erano inferiori di circa il 24% rispetto a oggi.

Presto per dire che il settore sia uscito definitivamente dalla morsa della crisi, tanto più che anche in questo caso occorre fare i conti con gli aumenti dei costi di produzione.

Un'incertezza confermata dalle forti oscillazioni di prezzo degli ultimi 12 mesi, come evidenzia il grafico che segue.

 

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Andamento del prezzo dei suini da macello del circuito non tutelato

(Fonte: Ismea)

 

Gli avicoli in Europa

Prosegue senza soste il favorevole momento di mercato delle carni avicole, ben rappresentato dal prezzo dei broiler che segna ulteriori aumenti.

Le rilevazioni della Commissione europea indicano prezzi medi di 265,5 euro al quintale nella settimana centrale di aprile, con aumenti sia rispetto alla settimana che al mese precedente.

Il confronto con il 2021, evidenziato dal grafico che segue, registra poi un aumento di oltre il 40%, a testimoniare l'ottima salute del settore avicolo.

Anche in questo caso occorre fare i conti con gli aumenti dei costi di produzione, che il settore può affrontare con una forza nettamente superiore a quella di altri comparti della zootecnia da carne. 

 

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Il mercato avicolo italiano

Come nel caso dei suini, anche per gli avicoli il mercato italiano ha reagito con maggiore vivacità e i prezzi sono aumentati per tutte le principali tipologie di queste carni.

Le rilevazioni del Crefis, il Centro per le ricerche economiche sulle filiere sostenibili dell'Università Cattolica di Piacenza, relative alle medie di aprile, sono tutte con il segno più davanti.

Netto recupero per il segmento galline, che con gli ultimi aumenti hanno portato il divario con i prezzi dello scorso anno a superare abbondantemente il 100%.

Battuta d'arresto tuttavia per i conigli, che riescono comunque a mantenere prezzi più alti rispetto al 2021.

 

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Prezzo medio mensile di alcune tipologie di avicoli

(Fonte: Crefis)


Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.