Prezzo di nuovo in crescita
I prezzi del formaggio Pecorino romano Dop alla Borsa merci di Milano il 23 settembre 2019 guadagnano l'1,1% sulla seduta del 16 settembre scorso, attestandosi a 6,70 euro al chilogrammo sui minimi e 6,95 euro sui minimi. Milano è la piazza scelta dall'accordo dell'8 marzo come più indicativa del prezzo del formaggio al quale - per consolidata consuetudine - si aggancia il valore del latte ovino, che resta così ancora su valori modesti, rispetto a quelli necessari a garantire un conguaglio ai pastori.
Prezzi medi oggi ancora sotto i 6,50 euro
Allo stato, il prezzo medio 2019 del Pecorino romano sulla piazza di Milano si porta, secondo i calcoli del Clal, a 6,77 euro al chilo, mentre su base di campagna (novembre 2018 – ad oggi) il prezzo medio calcolato da AgroNotizie è fermo ancora a 6,12 euro al chilo, facendo passi avanti solo in termini di millesimi. A questi valori – ove fossero trasmutati in prezzi medi ponderati - corrisponderebbero prezzi complessivi del latte ovino di poco superiori a 72 centesimi al litro ed inferiori a 76 centesimi. In pratica quasi non vi sarebbe il pagamento di un conguaglio attesi i prezzi dell'acconto: 72 centesimi per il latte di febbraio e 74 centesimi per i mesi successivi.Centro studi agricoli, emendare il Piano
"A meno di dieci giorni dall'inizio della nuova campagna di produzione del latte di pecora (inizia il 1° ottobre Ndr), non ci sarà nessun Piano dell'offerta per le produzioni del Pecorino romano, documento che regola le quantità delle produzioni del pregiato formaggio pecorino da parte delle aziende di trasformazione del latte, assegnando quantitativi massimi di produzione per ciascun caseificio e multando con una quota aggiuntiva per kg di formaggio prodotto al di sopra del quantitativo assegnato – segnala una nota del Centro studi agricoli di Cagliari del 20 settembre scorso. Questo perché, ormai cresce il numero delle bocciature da parte di trasformatori e pastori e "Possiamo affermare con quasi certezza che il Piano dell'offerta proposto non raggiungerà i voti necessari per rappresentare i 2/3 dei produttori del latte crudo, perché oggi le due maggiori cooperative presenti in Sardegna la Cao di Oristano e la Lait di Ittiri (lavorano circa 50 milioni di litri di latte) hanno bocciato il piano dell'offerta nelle loro assemblee, valide per i produttori di latte, mentre i loro presidenti nelle settimane scorse lo avevano approvato"."Ma anche l'accordo firmato dai pastori e dagli operatori e industriali con la famosa griglia, si è dimostrato un totale fallimento, perché quell'accordo sbagliato nella sostanza, blocca il prezzo del latte ai 74 centesimi al litro, mentre il mercato avrebbe potuto offrire almeno 10 centesimi in più, visti i prezzi attuali – aggiunte nella nota il Csa. "Quindi la prossima stagione, inizierà con mani libere per tutti, con nessuna indicazione di quantitativi di produzioni né per il latte né per il formaggio Pecorino romano, che sicuramente creerà non pochi problemi" afferma Tore Piana, presidente del Csa.
Tre le proposte del Csa per uscire dalla situazione di stallo
1) Non aumentare le quote produttive dei caseifici, sia privati che cooperativi, che nel precedente Piano hanno superato le quote assegnate.2) Applicare la quota aggiuntiva di euro 0,64 al kg di Pecorino romano in modo secco e senza deroghe, per tutti i caseifici che superano la quota produttiva assegnata.
3) Trasferimento delle quote produttive dai caseifici agli allevatori.
4) Proposta anche la modifica al Disciplinare, riconoscendo la qualità del latte prodotto dalla pecora di razza sarda.
Coldiretti, azzerare tutto e riscrivere Piano e accordo
Coldiretti Sardegna, dal canto suo, già nello scorso mese di agosto aveva messo in guardia tutti: è possibile che il banco salti, perché i prezzi del Pecorino romano non stanno crescendo. "Per questo ribadiamo – aveva detto il 9 agosto scorso il presidente regionale della Coldiretti Battista Cualbu – la necessità, come scritto nel documento presentato al prefetto e al capo di gabinetto del ministero delle Politiche agricole a giugno, di rimettere in discussione la griglia e prendere in considerazione quella da noi proposta costruita seguendo un metodo logico e allo stesso tempo mettere in pratica l'articolo 3 della legge emergenze in agricoltura n 44/2019 in cui si obbligano i produttori a registrare mensilmente nella banca dati del Sian i quantitativi di formaggio prodotto, ceduto e le giacenze di magazzino".Una proposta fino ad ora caduta nel vuoto della pausa estiva, ma che - stando a quanto apprende in queste ore AgroNotizie – Coldiretti Sardegna è pronta a rilanciare in una trattativa a tutto campo: nella quale discutere un nuovo accordo sul prezzo del latte e una nuova proposta di Piano dell'offerta, da concordare tra tutte le parti della filiera ovina sarda.