Riguardo la produzione i dati parlano di circa 19 milioni di litri di latte proveniente dalla zona di origine e lavorato a Dop dai diciassette caseifici consorziati, che ha portato a una produzione certificata di 3.345 tonnellate, pari a oltre 1 milione e 391mila forme.
Per le vendite si è arrivati a circa 2.328 tonnellate di Pecorino toscano Dop venduto tra fresco e stagionato con un fatturato al consumo, si parla di circa 50 milioni di euro, con vendite in Italia per quasi 35 milioni di euro e all'estero per circa 15 milioni di euro.
A emergere è un dato positivo sui mercati esteri che ha visto nel 2018 un aumento del 25% delle esportazioni, sostenute soprattutto dagli Stati Uniti, che conferma che la scelta di valorizzare la qualità e la tracciabilità del prodotto si è rivelata positiva.
Riguardo il mercato nazionale invece c'è stato un calo del 13% delle vendite, che secondo l'assessore regionale all'Agricoltura Marco Remaschi, può essere dovuto anche all'immissione di ingenti quantità di Pecorino romano a causa del surplus di produzione di latte sardo.
Tuttavia, secondo l'assessore, la Toscana, grazie agli interventi adottati a tutela degli allevatori e che puntano a potenziare tutta la filiera, conta di ottenere una crescita ulteriore sul mercato estero ed un assestamento su quello interno.
Nel corso della conferenza stampa è stato fatto il punto anche sulla prima edizione di Caseifici aperti, che per Remaschi è un'iniziativa assolutamente da promuovere con forza perché, sulla scia di altre analoghe riguardanti filiere agroalimentari di grande importanza per la Toscana, permette a tante persone di vedere con i propri occhi come si arriva ad un prodotto finito di eccellenza.
Interpellato sul problema delle predazioni, l'assessore ha quindi spiegato che la Toscana non è d'accordo con il piano lupo presentato dal governo e che vorrebbe individuare un'iniziativa di raccordo tra allevatori, regione, governo e Commissione europea per dare una risposta al problema.
Per Remaschi la Toscana ha come unico interesse la salvaguardia degli allevamenti e della sicurezza dei cittadini, certamente non quello di abbattere lupi, a meno che non sia inevitabile.
Per questo ha lanciato anche un invito provocatorio ad agire quanto prima a chi fosse in grado di catturarli e spostarli in altre zone dove non creino contrasto all'attività umana, garantendo per questo la collaborazione della regione.