"Il rilancio della carne bovina di razza Romagnola è una delle priorità di Araer – sottolinea il direttore Claudio Bovo –. Lo è anche la salvaguardia della biodiversità, un tema che sarà sempre più centrale nei prossimi anni. La razza bovina Romagnola vive oggi un momento molto delicato e controverso, perché alle sue indubbie qualità riconosciute soprattutto a livello scientifico, si contrappone purtroppo una scarsa valorizzazione commerciale che rischia di comprometterne l'esistenza. Negli ultimi dieci anni infatti sia le consistenze numeriche che gli allevamenti hanno registrato una drastica diminuzione e solamente da un paio d'anni si è registrata una stabilizzazione produttiva che raggiunge i 10mila soggetti allevati distribuiti su un numero totale di allevamenti che non supera le 300 unità".
Quando si parla di salvaguardia delle produzioni autoctone, legate quindi al territorio e alla biodiversità, i riscontri scientifici sono imprescindibili. Come quelli ottenuti da un recente studio condotto dal Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, che ha visto in Sebastiana Failla, ricercatrice dell'ente, la sua artefice. "La composizione nutrizionale della carne bovina di razza Romagnola – afferma la scienziata che sarà tra i relatori del convegno – la rende un alimento estremamente funzionale, un aspetto su cui occorre puntare per incentivarne i consumi e garantire una migliore redditività agli allevatori. L'analisi che abbiamo svolto su 6 porzioni di carne provenienti da altrettanti, diversi allevamenti, ha messo in evidenza le straordinarie qualità organolettiche di questa carne, più tenera della Chianina e della Maremmana e dalle caratteristiche uniche in tema di frazione lipidica e proteica. Oggi il concetto che deve essere messo al centro del dibattito non è la vendita di carne in sé, bensì la vendita di alimenti altamente funzionali. E la Romagnola ha tutte le carte in regola per rispondere a questi input commerciali".
Tra i relatori dell'incontro vi saranno inoltre Luca Panichi e Andrea Quaglia, rispettivamente presidente e responsabile del Libro genealogico Anabic.
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Fonte: Araer - Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna