Il mondo del latte sotto la lente di ingrandimento per conoscere a livello internazionale ogni dettaglio di questo mercato.
Un prezioso strumento per comprendere come evolve questa filiera e quali strategie adottare per seguirne l'evoluzione.

E' quanto promette, e mantiene, la ventiquattresima edizione del volume "Il mercato del latte. Rapporto 2018", a cura di Daniele Rama, con cui l'Osservatorio sul mercato dei prodotti zootecnici (OMPZ) dell'Università Cattolica di Cremona prosegue nel consueto appuntamento annuale di analisi del mercato nazionale e internazionale di latte e derivati.


Un libro digitale

Questa edizione dello studio, oggi in formato elettronico e liberamente fruibile a questo link, lungi dal limitarsi ad una semplice elencazione dei fatti di mercato, rappresenta un'analisi dell'intera filiera produttiva.

Dalle sue pagine si ricavano le chiavi di interpretazione che, a partire dal comportamento dei singoli operatori e gli strumenti contrattuali di determinazione del prezzo del latte, considerano gli effetti dello scenario internazionale e delle politiche comunitarie di settore, realizzando uno strumento di conoscenza del "sistema latte" a supporto di tutti coloro che, a diverso titolo – si tratti di istituzioni pubbliche, organizzazioni professionali, strutture associative, operatori d'impresa e studiosi – sono chiamati a contribuire al suo funzionamento.
 

La copertina del volume sulla filiera del latte


Settore in crescita

Il quadro che ne esce è nel complesso soddisfacente: il settore internazionale continua a crescere, sia in quantità che in valore, trainato da una domanda ancora vivace, e anche il mercato italiano ha mostrato nell'ultimo biennio più di un segno positivo, sia dal lato dell'export che, sia pure più timidamente, per i consumi interni.

Il 2017 è stato per il mercato internazionale un anno di svolta, poiché mentre la produzione ha subìto una frenata, in conseguenza di un precedente triennio negativo per i prezzi delle commodity lattiere, la domanda mondiale è invece tornata decisamente vivace: il prezzo medio del latte scremato in polvere è stato superiore del 21% rispetto all'anno prima, quella del formaggio (Cheddar) del 24% mentre l'incremento per il burro è stato addirittura del 66%.


Su la produzione, giù i prezzi

La risposta del sistema produttivo non si è fatta attendere nel 2018, con una crescita della produzione di latte stimata al +2,1%, le esportazioni di burro si stima che siano aumentare del 6,7%, quelle di latte scremato in polvere del 5,6%.
Non sorprende che i prezzi abbiano frenato, soprattutto nella seconda parte dell'anno, ma sono comunque rimasti su livelli elevati: nei primi 11 mesi, rispetto all'anno prima, il prezzo del burro è calato del 3,7%, quello del Cheddar del 4,8% e quello del latte intero in polvere del 7,1%.

Segnali positivi si osservano anche sul mercato nazionale, con una crescita dell'indice Ismea dei prezzi all'origine di latte e derivati (base 2010 = 100) che dopo un minimo di 94 in giugno 2016 è arrivato fino a superare 115 in ottobre 2017, salvo poi subire un assestamento e posizionarsi a 110 in settembre 2018.

È migliorata anche la bilancia con l'estero, con un calo dell'import di latte liquido sia nel 2017 che nel primo semestre 2018 e una sensibile crescita delle esportazioni di formaggi Grana.
E' poi significativo osservare che nel 2017 è aumentata la spesa delle famiglie per latte e derivati (+1,2%), anche se poi vi è stata una certa contrazione nel primo semestre del 2018 (-0,3%).

Tutto ciò in un contesto di crescita della produzione: nella campagna 2017/18 si calcola un incremento del 4,0%, dopo il +2,9% della campagna precedente, e malgrado vi sia stata la chiusura di quasi il 4% delle stalle. Quello della concentrazione degli allevamenti è peraltro un dato costante di anno in anno: nell'ultimo decennio hanno chiuso oltre 15 mila stalle, ossia più di un terzo di quelle che erano attive nel 2007-2008.