Gli allevamenti vogliono presentarsi con le carte in regola all'appuntamento con le nuove norme sulla riproduzione animale e con la profonda trasformazione che queste prevedono.
A cambiare, come anticipato da AgroNotizie, sarà in particolare l'assetto organizzativo, oggi tutto incentrato sul ruolo dell'Associazione italiana allevatori (Aia).

Nel caso dell'Emilia Romagna i numeri degli allevamenti parlano di un bilancio economico dell'Associazione regionale allevatori (Araer) sostenuto per il 30% da contributi pubblici e per il 40% dai soldi degli allevatori per le quote associative e per il contributo ai controlli funzionali. Il rimanente 30% arriva da proventi da "altri servizi".
A scattare questa "fotografia" sulla situazione economica dell'Araer è il presidente Maurizio Garlappi, in occasione della recente assemblea dei soci.
 
 

Più allevatori

Se l'aspetto economico è elemento cruciale nella vita del "sistema allevatori", dopo il contrarsi delle risorse pubbliche, altrettanto importanti sono i risultati conseguiti sul piano della selezione e del miglioramento genetico.

E i risultati sono di tutto rispetto, a iniziare dal numero di allevatori associati ad Araer, passati dal 2012 a oggi da 2518 a 2873.
Più allevatori e più animali seguiti con i controlli funzionali. Il numero delle bovine da latte, a dispetto della chiusura di molti allevamenti, sfiora oggi le 234mila unità, con un aumento di quasi l'uno percento nel 2017 rispetto all'anno precedente.
 

Produttività in aumento

Più animali sotto controllo, che coincide con un aumento della loro produttività.
Le bovine controllate hanno prodotto più latte (+2,48% rispetto al 2016), migliorando al contempo la qualità in termini di contenuto in grasso e proteine.

Risultati confermati dall'enorme mole di analisi di laboratorio (oltre 1,5 milioni) eseguite da Araer, sia per gli allevamenti emiliano romagnoli, sia per i campioni provenienti da Toscana, Abruzzo e Umbria.


Migliorano le prestazioni

Merito delle migliorate performance degli allevamenti se la produzione di latte dell'Emilia Romagna è aumentata del 3,9%, superando nel 2017 i due milioni di tonnellate. Latte per la maggior parte destinata alla produzione del Parmigiano Reggiano e in misura più modesta al Grana Padano nell'area piacentina.
 

Carne in ripresa

Bene anche la produzione di carne bovina che, con un aumento del 7%, ha invertito il trend degli ultimi anni.
Un miglioramento che però non basta da solo a risolvere la pesante situazione di crisi che grava sui bovini di razza Romagnola e per la cui soluzione Araer sta continuando a lavorare.
 

Le prossime sfide

In questo quadro si inserisce l'impegno su temi di largo respiro, come il benessere animale e la lotta all'antibiotico resistenza.
Temi sui quali si è soffermato il direttore di Aia, Roberto Maddè, per evidenziare l'importanza di un più stretto rapporto di fiducia con il consumatore, sempre più attento agli aspetti etici e salutistici.


Le risorse

Benessere animale e antibiotico resistenza sono peraltro al centro delle attenzioni del legislatore europeo e Simona Caselli, assessore all'Agricoltura dell'Emilia Romagna, si è detta convinta che la prossima Pac, ora in progettazione, prevederà maggiori sostegni agli allevamenti che si impegneranno su questo fronte.

Speriamo abbia ragione, a dispetto delle tante ipotesi di taglio alle risorse comunitarie che sembrano al momento orientare le prossime scelte di politica agraria comunitaria.