L’appuntamento, che segue il grande successo ottenuto alla prima Asta del 2 dicembre scorso, è ancora una volta organizzato da Araer, Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna, in stretta collaborazione con il Consorzio agrario di Parma, punto di riferimento per tutto il comparto agrozootecnico della provincia e dei territori limitrofi.
“La partecipazione degli allevatori e di numerosi operatori del settore, insieme alle ottime vendite registrare all’Asta del 2 dicembre scorso - sottolinea il presidente del Consorzio agrario - hanno dimostrato quanto un’iniziativa di questo genere fosse attesa, e nei fatti sia stata molto apprezzata anche dalle autorità che in quella occasione sono intervenute, a iniziare dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Nicola Bertinelli”.
Con una produzione annuale di circa 1,5 milioni di quintali di mangime totalmente ogm free, ottenuta dalla lavorazione di materie prime di esclusiva provenienza italiana, il Consorzio agrario di Parma ha approntato un nuovo servizio per l’irrigazione dei medicai in risposta ai cambiamenti climatici che negli ultimi anni, soprattutto con la perdurante siccità estiva, hanno causato al settore primario non pochi problemi.
“Si tratta di un sistema di irrigazione sotterraneo – spiega Grenzi – che grazie ai sistemi di bonifica distribuiti sul territorio può garantire il giusto apporto idrico anche in periodi particolarmente siccitosi, assicurando un’ottima produzione di foraggio sia in termini quantitativi che qualitativi. Foraggio rappresentato non solo da mais, ma anche da diverse varietà di cereali e soia ad alto contenuto proteico che i nostri associati possono acquistare presso il Consorzio e seminare sui loro appezzamenti di terreno”.
Tradizione e innovazione dunque, all’insegna di quell’agricoltura 4.0 di cui si parla con sempre maggiore insistenza e in cui un evento come l’Asta delle bovine nate e allevate nel Comprensorio del Parmigiano Reggiano si inserisce a pieno titolo, “perché iniziative come queste – sottolinea ancora Grenzi – favoriscono il confronto, lo scambio di opinioni, la conoscenza nella certezza di vedere sfilare animali morfologicamente perfetti perché iscritti al Libro genealogico, costantemente controllati sia da un punto di vista sanitario che di benessere grazie ai controlli funzionali eseguiti dai tecnici. Un percorso, in buona sostanza, che può solo favorire la crescita professionale e anche culturale degli allevatori, sempre attenti all’evoluzione del settore ma comunque saldamente ancorati alle loro tradizioni”.
Le oltre 40 bovine che parteciperanno all’Asta del 3 marzo prossimo potranno accedere al ring solo dopo un’attenta valutazione da parte dei tecnici Araer e, per le vacche in produzione, non prima di aver superato una rigorosa analisi del latte che non potrà evidenziare una conta di cellule somatiche superiore a 300mila. Tutti i soggetti in gara, in parte di razza Frisona e in parte di razza Bruna, sono figlie di riproduttori inseriti nel circuito della fecondazione artificiale nazionale e sono alimentate esclusivamente con mangimi ogm free.
“L’Asta è sicuramente un modello da esportare – conclude Giorgio Grenzi – e sono convinto che la partecipazione di numerosi allevatori provenienti da altre province dove l’allevamento di vacche da latte è particolarmente significativo non tradirà le aspettative”.
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Fonte: Araer - Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna