A dare la notizia è la Coldiretti Sardegna che ha recuperato la scheda che riporta le produzioni dei primi mesi. Da quanto apprende AgroNotizie, si tratta di un report interno del Consorzio di tutela del Pecorino Romano inviato ai caseifici consorziati e finito nelle mani dell'organizzazione agricola sarda.
Intanto la Regione Sardegna si prepara a mettere mano ai cordoni della borsa per concretizzare l'ammasso di Pecorino Romano conseguente all'operazione di credito rotativo su pegno: 14 milioni di euro. Mentre non c'è ancora traccia di un intervento a favore del sostegno al reddito dei pastori colpiti dalla crisi di prezzo del latte ovino.
"Come mai - si domanda il presidente dell'organizzazione Battista Cualbu - non sono stati resi pubblici questi dati produttivi? Del resto sono anche quelli che tutti attendevano per dare un segnale positivo al mercato che oggi, ci dicono, sarebbe bloccato a causa delle sovrapproduzioni che avrebbero innescato un gioco al ribasso del prezzo".
Nei primi mesi della nuova annata le produzioni di Pecorino Romano sono sensibilmente calate, attestandosi a un meno 34,35% rispetto agli stessi mesi dell'anno prima. Se le produzioni dei primi mesi fossero confermate a fine stagione, anche con un calo del 30%, si produrrebbero 100mila quintali di Romano in meno. Tradotto in soldi sono 50 milioni di euro, calcolando 10.000.000 chilogrammi a 5 euro al chilogrammo.
"Ma questo evento porterà alla risalita del prezzo del formaggio e del latte - si sottolinea da parte della Coldiretti Sardegna.
In campo c'è anche il pegno rotativo sul formaggio che consente un ammasso provvisorio del Pecorino Romano con più di cinque anni di stagionatura, che la regione si appresterebbe ad incentivare con 14 milioni di euro.
"Forse la notizia della possibile produzione di 100mila quintali di Romano in meno varrebbe di più del formaggio che si distoglierebbe dal mercato con i 14 milioni che si aspettano oggi dalla regione" sottolinea il direttore della Coldiretti Sardegna Luca Saba.
"Forse la pubblicazione di questi dati sarebbe stata più efficace per sbloccare il mercato del Pecorino Romano. Cosa si aspettava a darne notizia?".
"Come mai - si chiedono dalla Coldiretti regionale - un anno fa i trasformatori non esitarono a diffondere i dati allarmistici sulle sovrapproduzioni di latte, sapendo che avrebbero condizionato in negativo il mercato, e oggi invece non diffondono i dati sulle produzioni di latte (20% in meno?) e quelli sulle produzioni di Pecorino Romano che, per loro stessa ammissione, aiuterebbe la risalita del prezzo del formaggio fermo a causa del surplus?"
A marzo 2016 il mondo della trasformazione unito scrisse anche una lettera al presidente della Giunta regionale Giuseppe Pigliaru in cui si ipotizzavano, per colpa dei pastori, 100 milioni di litri di latte in più del programmato a fine stagione (430 milioni) ed il conseguente il crollo del comparto.
Ma la produzione di latte nella scorsa campagna si fermò sotto i 290 milioni di litri, mentre aumentarono solo i quintali di Romano dovuti alla mancata programmazione e diversificazione di prodotto. E il prezzo del Pecorino Romano crollò a causa dell'effetto annuncio. "Ed a pagare queste perdite sono solo i pastori" sottolinea la Coldiretti.
"Oggi a parti inverse - prosegue Battista Cualbu - non dicono nulla. Siamo ancora noi che riusciamo a recuperare i dati per vie traverse e a svelare i loro bluff che costano milioni di euro ai pastori e alle casse pubbliche. La cosa incredibile è che anche la regione continua a non chiedere i dati e pensa solo ai trasformatori, sia nella risoluzione della Quinta Commissione, poi votata anche dal Consiglio regionale e sia in finanziaria dove vogliono stanziare 14 milioni senza nessuna ricaduta per i pastori".
"Cosa farà adesso la politica?" si domanda la Coldiretti Sardegna. "Da che parte staranno Giunta e Consiglio regionale: dei trasformatori o dei pastori? Pensano solo ai primi o vorranno pensare anche al de minimis per aiutare direttamente i pastori?"