L'avicoltura è il settore zootecnico più all'avanguardia di tutti e le dinamiche che caratterizzano questo comparto, prima o poi saranno copiate o subite anche negli altri. 

Ecco perché quando Fieravicola, il salone B2B che dal 5 al 7 aprile porterà Forlì il top delle aziende produttrici di mezzi tecnici, è alle porte, si torna a parlare di avicoltura intensiva. 

Sul fronte del pollo da carne il business è ormai in mano a pochi nomi, mentre nel mondo delle uova ai pochi  "big" si affiancano altre realtà interessanti.
Ma questo non frena lo sviluppo tecnologico e la positiva risposta degli espositori della prossima rassegna forlivese che fa sperare bene: "Alla fine dello scorso mese di gennaio - ricorda Gianluca Bagnara, presidente della Fiera di Forlì - lo spazio espositivo già esaurito ammontava all'80% del totale e nei prossimi giorni dovremmo arrivare al sold out, segno evidente della vivacità del settore"

Il distretto della Romagna ricopre un ruolo di prim'ordine all'interno dell'avicoltura nazionale, basti ricordare che il 20% della produzione totale di carne bianca e l'11% della produzione di uova viene da queste zone, mentre l'aggregazione del comparto della lavorazione e della commercializzazione sfiora il 40%. 

Il comparto avicolo, in Italia, arriva da un 2016 particolarmente difficile sia per quanto riguarda i consumi di carne di pollo e di uova che di redditività per gli allevatori.
"Le ultime rilevazioni parlano di timidi segnali di ripresa - afferma Bagnara -  ma non possiamo dimenticare che nel solo 2016 le quotazioni delle uova hanno dovuto incassare una flessione addirittura del 20% sull'anno precedente, arrivando a un -5% nella media degli ultimi cinque anni. Fortunatamente il costo delle materie prime destinate all'alimentazione, che copre il 60% del costo di produzione in allevamento, è in frenata e questo mitiga un po' le perdite economiche che comunque pesano come un macigno sui produttori".

In Italia si producono mediamente ogni anno 850mila tonnellate di uova, pari a un valore di 1,2 miliardi di euro che genera un fatturato sul prodotto finito (confezionato o sgusciato), vicino a 1,5 miliardi di euro.

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