Fin dagli anni ’50, quando iniziò l’uso degli antibiotici come promotori di crescita in alimentazione animale, ritenendo, a torto, che la loro azione preventiva fosse senza conseguenze, ci si rese conto che molti batteri patogeni acquisivano la capacità di resistere.
L’industria farmaceutica ha prodotto antibiotici sempre nuovi, che spesso hanno avuto la conseguenza di rendere difficilmente curabili alcune malattie.
Purtroppo l’allarme lanciato da più parti, basti ricordare quello del premier britannico Cameron nel 2014, è stato colpevolmente sottovalutato.
Che fare? Sembra ovvio ed evidente che sia necessario eliminare completamente gli antibiotici dai mangimi zootecnici, ma l’operazione trova mille difficoltà, anche perché le condizioni ambientali degli allevamenti intensivi necessitano di misure preventive. Non resta che cercare delle alternative: dei prodotti naturali ad azione batteriostatica e battericida che non inducano la resistenza acquisita da parte dei batteri. In altre parole, che funzionino senza effetti collaterali.
Queste sostanze esistono. Ce le offre la natura. Esiste un’ampia e qualificata letteratura scientifica sull’argomento, cui l’Università degli Studi di Firenze ha contribuito.
È necessaria un’approfondita riflessione su questi temi.
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Fonte: Accademia dei Georgofili