Primo mercato di sbocco si conferma l’Italia con il 68% della produzione assorbita dove, a fronte di una generale flessione del mercato del prosciutto crudo, il Prosciutto di Parma è riuscito a recuperare quote di mercato, oggi al 33,5%.
Da questo contesto emerge chiaramente la ripresa delle vendite di Prosciutto di Parma, in particolare durante la seconda parte dell’anno. A partire dall’estate, infatti, la sua commercializzazione ha mostrato incoraggianti segnali di crescita, il che ha contribuito a ridurre le giacenze di magazzino e a riequilibrare i prezzi di vendita nei confronti del settore distributivo.
Le esportazioni crescono a ritmo costante: complessivamente i prosciutti con la corona esportati nel 2015 sono stati 2.724.000, pari ad un incremento del 3,9% (100mila prosciutti) rispetto all’anno precedente, per un fatturato stimato di 260 milioni di euro.
“Il bilancio delle nostre esportazioni è molto positivo” commenta il presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma Vittorio Capanna. “La scelta strategica di puntare su uno sviluppo equilibrato si sta rilevando vincente e, al di là del dato annuale, è l’analisi di medio-lungo periodo che evidenzia i risultati conseguiti: nell’ultimo decennio le nostre esportazioni sono cresciute del 50% ed oggi rappresentano il 32% della produzione annuale. Tutto questo è il frutto di un’ottima diversificazione geografica dei mercati e di un efficace gioco di squadra che il comparto ha saputo mettere in campo e che ha consentito al Prosciutto di Parma di affermarsi come marchio leader della salumeria a livello mondiale”.
Il mercato comunitario fa registrare un incremento di 34mila prosciutti (+66mila per i Paesi terzi) ed assorbe oggi il 61% delle esportazioni, quota che però ogni anno tende a diminuire leggermente, a vantaggio dei Paesi terzi che nel lungo periodo mostrano una crescita più evidente.
Gli Usa consolidano i brillanti risultati dell’anno precedente e si confermano primo mercato estero di sbocco con 582mila prosciutti (+3%); al secondo posto seguono Francia e Germania (454mila), che registrano una crescita rispettivamente del 4% e del 2%. Continuano a crescere in modo significativo i Paesi del Nord e dell’Est Europa, mentre oltreoceano sono da ricordare il Giappone con 125mila prosciutti (+18%), il Canada in crescita del 19% e l’Australia (+13%). Positiva anche la Cina (+75%) dove il Prosciutto di Parma riesce superare i 10mila prosciutti.
Unico dato negativo dell’anno appena trascorso, è la Russia, dove le esportazioni sono crollate a causa del blocco delle importazioni.
Il preaffettato
Il Prosciutto di Parma in vaschetta, con una quota del 19% sulla produzione, si conferma un segmento importante per lo sviluppo dell’intero settore. Nel 2015 registra un incremento del 6,3% con 79 milioni di confezioni, pari a 1.582.000 prosciutti.
Finalmente in ripresa la nostra penisola che, dopo tre anni consecutivi in calo, inverte la tendenza e fa segnare un confortante +7,3% con 18 milioni di vaschette, riportando i volumi di vendita ai livelli pre-crisi degli anni 2010-2011.
Continuano a crescere in modo decisivo anche le esportazioni (+5,9%) che rappresentano lo sbocco del 75% del Parma in vaschetta: il 57% destinato al mercato comunitario e il restante 18% raggiunge i consumatori dei Paesi terzi. In positivo tutti i principali mercati esteri ad eccezione del Regno Unito dove il mercato, dopo aver a lungo trascinato lo sviluppo del preaffettato, vive un momento di saturazione.
Il mercato comunitario cresce complessivamente del 5,1%, con una performance eccezionale dell’area dell’Est Europa, dove l’aumento arriva a sfiorare il 70%. Molto bene anche i mercati extraeuropei come gli Stati Uniti (+8,3%), il Canada (+28,5%) e l’Australia (+43,4%).