Il ministro per le Politiche agricole, Maurizio Martina, ha incontrato il 25 febbraio gli assessori regionali all’Agricoltura a Roma, a Palazzo dell’Agricoltura, per una riunione che ha avuto per oggetto prevalente le proposte italiane alla Ue per il settore latte e carne.
In particolare, Martina  ha illustrato i punti del position paper che l’Italia presenterà alla Commissione europea in vista del prossimo Consiglio dei ministri dell’Agricoltura di marzo e che contiene anche un focus specifico sul latte.

Rispetto al position paper illustrato dal ministro, l’assessore all’Agricoltura e alla riforma agropastorale della Regione autonoma della Sardegna, Elisabetta Falchi, ha chiesto l’inclusione di misure a favore del comparto ovino, che, secondo la titolare dell’Agricoltura in Sardegna, potrebbe a breve risentire della crisi che ha da tempo investito il comparto bovino. E ha affermato la necessità che in Sardegna si sperimentino le Organizzazioni interprofessionali per la filiera ovina, previste della nuova Ocm unica.

“Ci aspettiamo risposte concrete dalla Commissione Ue – aveva dichiarato Martina – in particolare per la crisi del settore lattiero che è europea e non solo nazionale. Per questo abbiamo voluto condividere con le Regioni le proposte d’intervento che l’Italia chiede con urgenza a Bruxelles. Sono quattro gli assi fondamentali della nostra proposta all’Europa per il latte: rafforzamento delle norme Ue su etichettatura del latte e prodotti lattiero caseari, raddoppio della soglia degli aiuti de minimis per 3 anni, maggiore tutela degli allevatori con regole chiare sui contratti e meccanismi di indicizzazione dei prezzi, nuove misure di promozione del latte per contrastare il calo dei consumi. Azioni che sono state rimandate per troppo tempo e che possono contribuire nella gestione di una fase complicata”.

"Dobbiamo mantenere alta la guardia - ha detto Falchi - La crisi che sta investendo il comparto bovino, con livelli di prezzo che rischiano di uccidere una delle filiere zootecniche più importanti del Paese, avrà certamente ripercussioni negative anche sui prezzi dei prodotti derivati dalla trasformazione del latte ovino che fino a pochi mesi fa ha goduto di una relativa stabilità delle quotazioni".

Nonostante il comparto del pecorino abbia fatto registrare negli ultimi mesi prezzi record per il formaggio, sempre più apprezzato sui mercati esteri, ed un prezzo sostenuto per il latte di pecora all'origine, la Falchi ha detto: "In questi mesi il nostro impegno per il comparto ovino è stato dedicato soprattutto a fornire sostegno agli operatori in un percorso di programmazione delle produzioni, miglioramento della qualità del latte e internazionalizzazione dei prodotti, ma - ha concluso Falchi - i segnali del mercato dei prodotti lattiero caseari non sono incoraggianti e riteniamo essere sempre più strategico presentarsi in forme organizzate di filiera che si possono costruire anche grazie al confronto con tutti gli operatori del comparto".