A fine dicembre l'assessore regionale all'Agricoltura della Sardegna, Elisabetta Falchi, raccogliendo le numerose sollecitazioni pervenute dal mondo allevatoriale, ha avviato un’interlocuzione con il ministero per le Politiche agricole finalizzata a verificare la possibilità di estendere i tempi di inserimento dei dati nella Banca dati nazionale dell'anagrafe ovina.

Le deleghe e i dati già disponibili negli uffici delle Asl e delle Associazioni interprovinciali degli allevatori potrebbero così essere caricati nel sistema dell'Istituto zooprofilattico di Teramo, che negli ultimi giorni dello scorso anno aveva registrato dei rallentamenti. Nonostante il periodo festivo, Aziende sanitarie locali e Aipa stanno lavorando alacremente per ultimare le operazioni di inserimento, sebbene la gran mole di dati stia sovraccaricando il sistema informatico.

"Chiederò al ministero – ha dichiarato l'assessore Elisabetta Falchi - di valutare la possibilità di inserire i dati che in questi giorni non vengono acquisiti dal sistema a causa del sovraccarico. Non bisogna dimenticare che la regione Sardegna ha un carico di ovini nettamente superiore a qualsiasi altra regione italiana con oltre 3 milioni di capi”.

L’assessore Falchi ha inoltre ricordato che la registrazione nell’anagrafe ovina “Non è semplicemente un fatto burocratico per gli allevatori, ma è la via principale per garantire la tracciabilità e la sicurezza alimentare delle nostre produzioni aumentandone così il valore".

Con un programma straordinario di registrazione individuale provvisoria dei capi ovini e caprini, varato in giunta lo scorso 30 settembre e avviato sin dai primi di ottobre, la Regione autonoma della Sardegna ha aiutato gli allevatori, scongiurando in buona parte la perdita di premi comunitari e, al contempo, consentendo il censimento di quasi tutto il patrimonio zootecnico ovino e caprino.

Il piano straordinario era stato concordato con il Centro servizi dell’Anagrafe animale di Teramo e previo accoglimento delle indicazioni del ministero della Salute e ha consentito l’iscrizione dei capi ovini con gli strumenti informatici già in uso e con l’utilizzo di un nuovo tracciato record concordato con il ministero della Salute.