Corrado Martinangelo, salernitano, membro della segreteria politica del ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, sull’accordo tra Regione Campania e Consorzio di tutela per la mozzarella di bufala campana Dop avente per oggetto le modifiche al disciplinare, dice: ”Sono ancora ipotesi tecniche, ma voglio innanzitutto dire che tale percorso è molto differente da ciò che fu prodotto tre anni fa. Poi sul latte congelato facciamo operazione di chiarezza una volta per tutte”.

Martinangelo ricorda: “I trasformatori utilizzano già oggi, nel rispetto delle normative, il latte di bufala congelato, producendo mozzarella di latte di bufala non Dop, pure ottenuta con latte certificato, ancorché congelato, mentre si può definirla Dop solo se ottenuta da latte lavorata entro le 60 ore dalla mungitura. Con la modifica delle regole di mercato – aggiunge -  il paradosso è che lo stesso caseificio per i mercati nazionali e soprattutto esteri produce mozzarella non Dop con prezzo concorrenziale più conveniente rispetto a quello della Dop. In più la limitazione delle 60 ore determina che il prezzo del latte certificato per la Dop non venga pagato nel giusto modo agli allevatori”.

Il timore di Martinangelo è che la quota di latte congelato, avviato alla produzione di più basso prezzo, quella non Dop, si ripercuota negativamente sulla contrattazione tra trasformatori e allevatori, poiché i secondi sono tenuti comunque a produrre un latte certificato per la Dop, mentre i primi finiscono per non massimizzarne sempre l’utilizzo con il prodotto di più elevato prezzo.

Martinangelo si chiede: “Si potrebbe senza demagogia affrontare il tema in un rapporto equilibrato per tutta la filiera? Oppure bisognerà prendere atto in modo definitivo che produrre Dop non è più conveniente? Ovviamente, per quanto mi riguarda e per il modesto contributo dato negli ultimi anni, le condizioni per fare passi avanti ci sono, ma con tre precisi paletti.”

Tre i paletti di Martinangelo per tenere in piedi la filiera della mozzarella di bufala campana Dop e renderla concorrenziale: “Occorre rafforzare e far funzionare meglio la tracciabilità, in secondo luogo devono aumentare i controlli e, terzo punto, vanno sottoscritti contratti triennali tra caseifici e allevatori per un prezzo più adeguato per il latte Dop in tutto l’anno”.

Martinangelo conclude: “L’interesse ultimo è rendere utile economicamente la Dop di qualità agli allevatori ed ai trasformatori, ovvero incentivare le imprese ad iscriversi alla Dop nello spirito delle norme del decreto Campo Libero. Siamo sicuri che chi pregiudizialmente non vuole affrontare la vicenda delle 60 ore abbia a cuore gli interessi della Dop o, invece, punti semplicemente a produrre e vendere più Mozzarella di latte di bufala non Dop, che può essere prodotta anche da latte di bufala di altra provenienza?”