Di "Guerre Sante" la Storia ne è purtroppo piena.
In tempi più recenti è il termine arabo "Jihad" ad essere entrato nel lessico comune, specialmente a causa delle armate dell'Isis che infiammano il Medio Oriente.
Fortunatamente, non tutte le Crociate ideologiche sono sanguinarie visto che alcune di esse sono meramente fastidiose e rumorose, sebbene qualche sconfinamento nel danno e nella violenza si ravvisi saltuariamente. C'è infatti sempre qualcuno al Mondo che vuole far fare agli altri ciò che vuole lui, senza badare troppo ai mezzi con cui diffonde il proprio Verbo.

Nella opulenta società occidentale, ove si mangia tre volte al giorno e si hanno problemi di sovrappeso e colesterolo, una delle "Guerre Sante" che scandiscono i tempi moderni è quella legata alla zootecnia e ai suoi prodotti: latte, carni, formaggi e salumi.
Che gli eccessi di questi alimenti siano dannosi alla salute non lo si scopre oggi. Come pure non è una novità che allevare animali implica dispersioni termodinamiche e usi importanti di terre e di mezzi tecnici. Anche organizzazioni globali com Onu e Fao hanno infatti esortato cambiamenti culturali a tavola che si ripercuotano anche sugli indirizzi agro-zootecnici. Ma fra un ragionevole invito alla moderazione e l'attuale crociata animalista per la totale abolizione vi corre un mare.

Animalismo malato


Ed eccoci arrivati quindi all'ennesima Jihad: quella propugnata dalle frange più rabbiose dell'animalismo moderno. Al fianco di amanti degli animali di assoluta civiltà e rispetto, si pone infatti una falange minoritaria di estremisti che hanno trovato nell'animalismo bellicoso il proprio campo da gioco.
Si va dall'ippopotamo fatto fuggire da un circo - e per tale ragione morto in un incidente automobilistico - alle intimidazioni verso convegni sulla sperimentazione animale, perché tanto le medicine sarebbero inutili e ci si potrebbe curare con limone e peperoncino. Il tutto, ovviamente, fino alla prossima anestesia dal dentista. Perché anche le anestesie sono testate sugli animali e quindi se si è coerenti il trapano lo si dovrebbe affrontare senza aiuti farmacologici.  Per quanto poi la sperimentazione sia fatto di per sé molto triste, di gran lunga più triste appare boicottare una raccolta fondi per la ricerca su una malattia rara come la Sindrome di Rett, come avvenuto a Busto Arsizio alcuni mesi or sono. Cammina invece nel burlesco il raid di animalisti che hanno disturbato alcuni pescatori sull'Adda "liberando i pesci e numerosi vermetti". Forse, troppo tempo libero fa male a chi non sappia coltivare abitudini costruttive anziché basate sul disturbo altrui.

Ma l'animalismo può talvolta andare a braccetto con il veganesimo, ovvero quel tipo di alimentazione che esclude qualsiasi fonte di cibo animale. Non di rado, infatti, gli animalisti più oltranzisti sono anche vegani. Non accade per fortuna il contrario, visto che sono molti i vegani che hanno invece rispetto per le scelte altrui e per tali ragioni vanno pienamente rispettati di rimando.
Del tutto immeritevole di rispetto appare invece l'assalto alla fiera abruzzese dei rosticini, un atto più che altro dimostrativo che denota comunque una crescente aggressività e sfrontatezza degli estremisti del movimento Veg-animalista.  Oltre alle scritte demenziali apparse sugli stand vi è da segnalare infatti anche il danneggiamento ai generatori di corrente. Un danno economico di cui sarebbe bene qualcuno rispondesse davanti alla Legge.

Dagli alla zootecnia!


Bazzicando per siti internet, pagine Facebook e forum, può capitare di incocciare in aree dove questi soggetti si assembrano in massa, esaltandosi a vicenda in un crescendo wagneriano di proclami che sconfinano talvolta nel guerresco. Scopo dichiarato di alcuni esponenti Veg è infatti quello di convertire alla propria fede  il maggior numero di persone possibile, in modo da far diminuire il business della zootecnia fino alla soglia del collasso economico per mancanza di clientela. In tal modo, anche chi non volesse convertirsi dovrebbe per forza diventare vegano anch'egli, causa l'impossibilità di trovare sul mercato alimenti di origine animale. "Oggi il mio frigorifero, domani il Mondo!" parrebbe quindi essere lo slogan più appropriato per definire questi disturbati personaggi. Personaggi che per fare proseliti non esitano nemmeno a far circolare ogni tipo di baggianata e di menzogna, sia dal punto di vista ambientale, sia da quello nutrizionale e sanitario. Per ognuna di queste accuse è possibile trovare argomentazioni contrarie qui, qui, qui e qui

Giusto in chiusura di anno giunge anche la proposta per una campagna comunicativa sugli sprechi idrici legati alla produzione di carne.  Del tutto inutile lo sforzo di ricordare in quella pagina che quei teorici 15 mila litri di acqua per un chilo di carne bovina sono solo figli di una delle tante stime differenti fatte in tal senso. Come pure non pare aver successo ricordare che la quasi totalità di quel volume serve alle piante nei campi e non ai bovini nelle stalle. Che poi almeno i due terzi di quell'acqua piova dal cielo - e non viene quindi rubata agli assetati del Darfur - non sfiora nemmeno certe teste, le quali sono riuscite perfino a rispondere "Sempre acqua è..." (!). Per tali commentatori, parole come "pianura alluvionale" sono quindi delle illustri sconosciute. Pure raccoglie zero attenzione l'invito a guardare a quanta acqua c'è nei Paesi patria della zootecnia. L'Olanda galleggia sull'acqua, quindi anche ne servisse il doppio non farebbe una grinza. Idem il Belgio, l'Inghilterra e altri Paesi dal clima continentale. Magari, allevare bovini da carne in modo intensivo sugli altipiani somali, questo si, sarebbe un'idiozia. Certo non lo è in Centro Europa, né in quelle Province come Cremona, Lodi, Mantova, Brescia ove le piogge annue sono abbondanti (anche troppo...) e la fitta rete di fiumi e canali riesce a dissetare le colture anche le poche volte che le nuvole non si aggrazino a far cadere il loro naturale apporto idrico.
Gli stessi creativi che hanno partorito la bozza di locandina hanno commentato "lievemente" stizziti, tenendo a precisare che loro vegani non sono. Peggio ancora: se davvero si crede che una bistecca sia così drammaticamente impattante, allora la scelta vegana diviene obbligata. Concepire comunicazioni di quel tipo e restare mangiatori di bistecche appare infatti un filino ipocrita.
A meno di concludere che un creativo si preoccupa solo di impattare più che può il suo target, disinteressandosi totalmente dei contenuti del suo messaggio e degli effetti che da esso si possono generare. Della serie: "Io ho fatto soltanto il mio lavoro!". Una frase con la quale si sono sdoganate tante di quelle malefatte al Mondo che la metà bastano.

Missione impossibile


Oggi i vegani in Italia si stimano essere 700 mila. Ovvero poco più dell'un per cento della popolazione. Probabile crescano, magari fino a stabilizzarsi fra il 5 e il 10%. Già oggi vi sono infatti persone che fanno retromarcia, perché si sono accorte che una bistecca ogni tanto pur gli serve.
Più probabile un'espansione dei vegetariani, i quali altro non sono che onnivori selettivi. Mangiano infatti uova, latte e derivati, surrogando in tal modo il consumo di carni e pesce. Peccato che per alimentare i vegetariani continueranno a servire allevamenti di bovine da latte, i quali implicano la macellazione dei vitelli, e allevamenti di ovaiole, i cui pulcini maschi diventano mangime per altri animali. Quindi fa un po' sorridere l'idea che una persona si senta manlevata dalla morte di uno di questi animali solo perché non si nutre direttamente delle sue carni.
Inoltre, vi è da chiedersi quali accuse potranno mai esser mosse alle mandrie che pascolano brade sugli alpeggi, nelle Pampas argentine o belando nelle pianure australiane.

Si rassegnino quindi gli strateghi del fronte para-militare vegano: la loro Jihad per conquistare il Mondo - attraverso campagne demenziali e falsità conclamate - non ha alcuna speranza.
Non ci sono riusciti condottieri come Alessandro Magno, Giulio Cesare e Napoleone. Non ci sono riuscite ideologie politiche totalitariste come nazismo e comunismo. Non c'è riuscita nemmeno l'America a diventare egemone nel Mondo per via economica e non ci riuscirà la Cina. Perfino Maometto non è riuscito a convertire il Pianeta alla propria fede.
Figuriamoci se ci riescono quattro ragazzotti che liberano un ippopotamo credendo di fare cosa santa e giusta...

Buon Capodanno quindi agli Uomini di buon senso. Sia che mangino solo lenticchie, sia che a queste uniscano un buon cotechino. Godetevi - tutti - la vita, ognuno come gli va e nel rispetto degli stili di vita altrui. E che agli integralisti, ai prepotenti, agli invasati,  possa andare di traverso il tofu...